La perseveranza di S. Filippo
La costanza in un tenore di vita umile, castigato e spirituale non abbandonò mai, nel corso della sua lunga vita, Filippo. Ogni giorno fu ricco di devozione e di opere di carità. Preso dall’amore di Dio e dedito al bene del prossimo, si prodigò fino all’ultimo con generosità estrema nel ministero sacerdotale. Voleva egli infatti che il Signore, nel momento della morte, lo trovasse, quello servo fedele, intento nelle opere di pietà.
3 Gloria
Filippo non si lasciò piegare da contrarietà, fatiche e opposizioni, né mai tralasciò di seguire quanto il Signore gli ispirava e sapeva essere il suo dovere. Sempre uguale a se stesso e sereno, era solito ripetere: non bisogna mai tralasciare le devozioni, perché se il demonio vi fa tralasciare una volta un’ opera di bene, facilmente la farà tralasciare una seconda e poi una terza, finché la cosa si risolverà in niente.
3 Gloria
Filippo esortava di frequente i suoi figli spirituali alla perseveranza e li invitava alla frequenza dei sacramenti e della Messa, alla fuga delle occasioni di male, a una tenera devozione verso la Madonna, a rinnovare spesso i buoni propositi e a non perdersi mai di coraggio nelle tentazioni. Per questo prescrisse negli esercizi dell’Oratorio la recita quotidiana di cinque Pater e Ave per chiedere al Signore la perseveranza nel suo divino servizio.
3 Gloria
O nostro Santo protettore, che impetraste ai vostri devoti il dono della perseveranza nel bene, degnatevi di impetrarlo anche a noi. Otteneteci la grazia di espiare i nostri peccati in vita, di spezzare i legami che ci tengono avvinti alle vanità del mondo e di avere invece una ferrea costanza nella pratica della vita cristiana, sicché possiamo sperare nella beatitudine eterna con voi in Paradiso.
(P. Gaetano Angilella, Novena in onore di S. Filippo Neri, Roma 1962)