Lapide commemorativa nella casa natale di S. Filippo Neri

Franco Mariani / News Cattoliche – Firenze ha ricordato i 500 anni di uno dei Santi più popolari della chiesa, il fiorentino Filippo Neri, inventore dell’oratorio, che nacque a Firenze il 21 luglio 1515 e che, dopo essersi trasferito a Roma, iniziò una grande opera di carità nelle zone più periferiche della città, tanto da venire chiamato ancora oggi dai romani, il terzo Apostolo di Roma dopo San Pietro e San Paolo.

E se i fiorentini hanno dato poca attenzione a questa festa, sono stati invece tanti i Padri Oratoriani di San Filippo, più di 50, tra cui anche un Vescovo, Mons. Edoardo Aldo Cerrato – oggi Pastore di Ivrea, ma per 18 anni Procuratore dell’Ordine fondato dal Santo Fiorentino – guidati dall’attuale Procuratore Generale dell’Ordine, Mario Alberto Avilés, come sono stati tanti i fedeli giunti in pellegrinaggio da ogni parte del mondo, e in particolare da Polonia, Austria, Spagna e Inghilterra.

“E’ stato il Santo del sorriso, appassionato annunciatore della Parola di Dio, che si mise al servizio dei più poveri. Filippo Neri – ha sottolineato la Presidente della Commissione Cultura del Comune, Maria Federica Giuliani – è nato in Oltrarno e portò la sua fiorentinità, in epoca rinascimentale, anche a Roma. Il suo essere sempre dalla parte degli ultimi, amava sempre ripetere: “Figliuoli, siate umili, state bassi: siate umili, state bassi” e l’aver creato l’oratorio, un luogo dove far crescere quei bambini e ragazzi che, altrimenti, si sarebbero perduti tra i vicoli di Roma, lo rende il più fiorentino dei santi”.

E per ricordare e celebrare questi 500 anni, per iniziativa dei confratelli, con a capo Padre Rosario Landrini, Preposto della Congregazione di Firenze, e di don Gianfranco Rolfi, parroco di San Felice in piazza e Presidente degli Artigianelli, dove si trova la casa natale, è stata posta una epigrafe, a memoria, sulla facciata del palazzo dove San Filippo Neri nacque, in via dei Serragli 104.

E proprio dell’Oratorio ha inoltre parlato Papa Francesco nel suo messaggio, definendolo “realtà ecclesiale caratterizzata da intensa e gioiosa vita spirituale: preghiera, ascolto e conversazione sulla Parola di Dio, preparazione a ricevere degnamente i Sacramenti, formazione alla vita cristiana attraverso la storia dei Santi e della Chiesa, opere di carità a favore dei più poveri”.

La sua paternità spirituale, osserva il Papa, “traspare da tutto il suo agire, caratterizzato dalla fiducia nelle persone, dal rifuggire dai toni foschi ed accigliati, dallo spirito di festosità e di gioia, dalla convinzione che la grazia non sopprime la natura ma la sana, la irrobustisce e la perfeziona. Amava la spontaneità, rifuggiva dall’artificio, sceglieva i mezzi più divertenti per educare alle virtù cristiane, al tempo stesso proponeva una sana disciplina che implica l’esercizio della volontà per accogliere Cristo nel concreto della propria vita”.

Nel tardo pomeriggio i festeggiamenti sono proseguiti con la celebrazione della S. Messa in Duomo, presieduta dall’Arcivescovo di Firenze, Cardinale Giuseppe Betori, e alle 21 dal musical “Vanità di vanità” organizzato dalla Congregazione dell’Oratorio di S. Filippo Neri di Firenze sul sagrato del palazzo storico dell’Oratorio in piazza San Firenze con musiche del Maestro Massimo Barsotti.