Ordinazione episcopale di Mons. Cerrato

In S. Maria in Vallicella, nella solennità titolare della Natività di Maria, si è svolta sabato 8 settembre la solenne celebrazione della Ordinazione Episcopale di Sua Ecc.za Rev.ma Monsignor Edoardo Aldo Cerrato, C.O., Procuratore Generale della Confederazione Oratoriana eletto Vescovo di Ivrea, assistito durante la Liturgia dai Reverendi P. Fabio De Lorenzo, C.O. di Biella, e Don Roberto Regoli, del Clero di Roma. Presieduta da Sua Eminenza Rev.ma il Sig. Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato di Sua Santità, Ordinante principale, essendo Conconsacranti le Loro Eccellenze Rev.me Monsignor Adriano Bernardini, Arcivescovo tit. di Faleri, Nunzio Apostolico in Italia, e Monsignor Arrigo Miglio, Arcivescovo di Cagliari e Amministratore Apostolico di Ivrea, la concelebrazione ha visto la partecipazione di una folla di fedeli che ha gremito la Chiesa Nuova.

Presenti gli Eminentissimi Signori Cardinali Carlo Furno, Giovanni Lajolo, Raffaele Farina, Raymond Burke, Mauro Piacenza, hanno concelebrato la S. Messa gli Eccellentissimi Vescovi del Piemonte Monsignor Gabriele Mana, Vescovo di Biella; Monsignor Francesco Ravinale, Vescovo di Asti; Monsignor Giuseppe Guerrini, Vescovo di Saluzzo; Monsignor Giuseppe Cavallotto, Vescovo di Cuneo e di Fossano; Monsignor Franco Lovignana, Vescovo di Aosta e Segretario della Conferenza Episcopale Piemontese; gli Eccellentissimi Arcivescovo Monsignor Giuseppe De Andrea, Assessore del Gran Magistero dell’Ordine Equestre del S. Sepolcro e Monsignor Franco Croci, Gran Priore della Luogotenenza dell’Italia Centrale; Monsignor Antonino Raspanti, Vescovo di Acireale; Monsignor Paolo Schiavon, Ausiliare di Roma; Monsignor Luca Brandolini, Vescovo emerito di Sora e il Rev.mo Mons. Antonio Lecce, Amministratore diocesano; il Rev.mo Abate Generale dell’Ordine Cisterciense, P. Mauro Giuseppe Lepori, Prelati della Segreteria di Stato e del Vicariato dell’Urbe, enumerosi sacerdoti, tra cui i Padri partecipanti al Congresso Generale della Confederazione dell’Oratorio, e Superiori Generali di Congregazioni religiose e Società di vita apostolica.

La celebrazione è stata diretta dal Decano dei Cerimonieri Pontifici, mons. Franco Camaldo, coadiuvato da quattro Cerimonieri Pontifici, mentre prestavano servizio di ministranti i seminaristi di Ivrea e dell’Oratorio; il P. M° Pierre Paul ha diretto il Coro della Ven. Cappella Giulia della Basilica Vaticana.

Tra le Autorità Civili presenti al Sacro Rito, l’Avv. Claudio Santini, in rappresentanza di S. E. il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali, S. E. Prefetto Salvatore Festa, Coordinatore dei Servizi tra Santa Sede e Stato Italiano, il Signor Assessore della Provincia di Torino, il Signor Sindaco di Ivrea e i Signori Sindaci di Comuni del territorio della diocesi di Ivrea.


Omelia di Sua Eminenza Rev.ma il Sig. Card. Tarcisio Bertone

Cari fratelli e sorelle!

Siete qui convenuti, fedeli della Diocesi di Ivrea e di diverse Diocesi del Piemonte, insieme a tanti romani e persone provenienti non solo da diversi luoghi dell’Italia, ma anche da altre Nazioni, accomunati dalla stessa fede e dalla stessa gioia: l’Ordinazione episcopale di Mons. Edoardo Cerrato, nuovo Vescovo della Chiesa di Ivrea, che gli viene affidata dal Santo Padre Benedetto XVI.

Saluto con particolare affetto la mamma del novello Vescovo, qui presente, indovinando i sentimenti che in questo momento albergano nel suo cuore.

Quale modo migliore per esprimere la gioia se non quella di rivolgerci al nostro Padre celeste in cordiale ringraziamento, pregando con le parole poste dal Beato oratoriano il Card. John Henry Newman sulle labbra dei cori degli angeli in cielo: “Lode a Colui che è Santissimo nell’alto dei cieli. E lode sia nelle profondità. Bellissimo in tutte le sue parole, ma ben più in tutte le sue vie!”.

Rivolgo poi il mio pensiero ai Signori Cardinali, al Nunzio Apostolico in Italia Mons. Adriano Bernardini, e a Mons. Arrigo Miglio, conconsacranti, come pure a tutti i Vescovi che insieme a me imporranno le mani benedicenti sul capo del novello Vescovo. 

Alle Autorità ed ai rappresentanti delle diverse comunità desidero rivolgere il mio cordiale saluto e il vivo ringraziamento per la loro gradita presenza.

Un pensiero speciale va alle Congregazioni dell’Oratorio, della cui Confederazione il caro Padre Edoardo è stato zelante Procuratore Generale per 18 anni, dedicando ogni cura al cammino formativo delle tante Comunità oratoriane. Il Congresso Generale si riunisce anche per eleggere il suo successore e in questa celebrazione eucaristica desideriamo assicurare l’apporto della nostra preghiera e della nostra amicizia, affinché nella realtà oratoriana si rinnovi e si intensifichi l’impegno di “parlare al cuore” dei singoli e del mondo nell’espletamento concreto delle varie attività e opere formative.

Tutti uniti, i sacerdoti, le persone consacrate e l’intero popolo di Dio siamo qui convocati per esprimere il nostro rendimento di grazie al Signore per il dono dell’episcopato a questo figlio spirituale di san Filippo Neri.

L’odierna celebrazione avviene nella festa liturgica della Natività della Beata Vergine Maria, titolare di questo splendido tempio di Santa Maria in Vallicella, chiesa-madre degli Oratoriani e cuore del carisma di san Filippo Neri, qui sepolto: un carisma attuale e sempre affascinante perché inscritto nella perenne esperienza cristiana. Celebrando la nascita di Maria Santissima, la Chiesa guarda a quella di Cristo; ricorda Betleem di Efrata – come si evince dalla Prima Lettura –, il luogo vaticinato dal profeta Michea da cui, nel provvidenziale mistero dell’Incarnazione, verrà il Messia, il Figlio di Dio (cfr Mi 5,1). Nella nascita di Maria si compie veramente l’eterna elezione divina. Dio ha eletto la stirpe di Davide e il popolo d’Israele, perché attraverso di essi si compisse l’universale disegno di salvezza: che cioè il Figlio di Dio fatto uomo potesse venire al mondo, come afferma san Paolo nella seconda Lettura, quale «primogenito tra molti fratelli» (Rm 8,29),e la sua figliolanza divina diventasse l’immagine e il principio dell’adozione a figli per tutti i membri del genere umano. Da qui sgorgano le sorgenti inesauribili della nuova nascita dei figli e delle figlie della divina adozione. La nascita di Cristo a Betlemme è l’inizio della rinascita dell’uomo mediante la grazia soprannaturale. La nascita di Maria è la preparazione a questo inizio della nuova creazione nel piano della salvezza divina.

La festa di oggi costituisce, pertanto, un invito a fare memoria del dono gratuito che Dio elargisce a ciascuno, come fece a Maria. La nostra attenzione si focalizza sul dono di grazia che viene dato al Vescovo, mediante l’Ordinazione episcopale, e per poterne cogliere in pienezza il significato dobbiamo meditare le parole di Gesù che abbiamo ascoltato nel Vangelo di Giovanni. Sono parole di amore: «Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore» (Gv 15,9). Questa permanenza nell’amore di Cristo si concretizza nell’osservanza dei suoi comandamenti e soprattutto nel comandamento dell’amore reciproco: «Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi» (v. 12), fino cioè a quel vertice dell’amore che è dare, come ha fatto Gesù, la vita per i propri amici. Qui troviamo la parola che fa gioire il nostro cuore, la parola che ci esalta e insieme ci fa sentire tutta la nostra indegnità: «Voi siete miei amici… Non vi chiamo più servi,… ma… amici» (vv. 14-15). E finalmente Gesù rimette ancora una volta ogni cosa nella giusta prospettiva: «Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga» (v. 16).

A tale proposito, con giusta ragione sant’Agostino afferma che l’episcopato è amoris officium(In Iohannis Evangelium Tractatus 123,5), compito e incarico di amore. Tutte le specifiche articolazioni, i vari aspetti e doveri di questo ministero trovano qui, nell’amore, la loro sorgente e la loro forma compiuta. Un amore molto concreto, che anzitutto non separa mai Gesù Cristo dal suo corpo che è la Chiesa. Un amore che si traduce nell’ansia di portare a Cristo tutte le persone e di aiutarle nelle loro, spesso faticose, situazioni di vita.

Caro Mons. Edoardo, il Signore ti ha scelto per il ministero episcopale e oggi, per mezzo del mandato apostolico del Santo Padre, al Quale va il nostro devoto e grato pensiero, ti manda in una terra dalle profonde tradizioni religiose, terra segnata da ricchezze e bellezze naturali, culturali e religiose. Ti manda come padre e pastore perché tu possa proclamare il Vangelo alla santa Chiesa eporediese e annunciare a tutti che Gesù Cristo, morto e risorto, è il Signore e Salvatore. Sappi sempre osare nel nome di Cristo, incarnando la carità in tutte le necessità spirituali e materiali del tuo popolo, accettando anche di correre il rischio dell’incomprensione e dell’ostilità. Con la forza che viene da Dio, affronta il male per vincerlo col bene, di cui sei testimone e profeta. Al riguardo, mi piace ripetere con san Leone Magno: «Dabit virtutem qui contulit dignitatem» (Sermo II, habito in anniversario ordinationi suae, Migne PL 54, 143): Colui che ti dà la dignità dell’episcopato ti darà anche la forza e la capacità di esercitarlo, soprattutto nei momenti di croce. Spenditi senza riserve come colui che ha appreso da Gesù la lezione del Buon Pastore; non rassegnarti al distacco silenzioso della gente da Cristo, e quando le vie e le forme tradizionali di apostolato ti appariranno, specialmente per gli adolescenti e i giovani di oggi, meno efficaci, sappi proporre e accogliere forme nuove, sull’esempio del tuo Padre san Filippo Neri.

Tra le domande che, secondo il rito liturgico, rivolgerò all’Ordinando prima dell’imposizione delle mani, una dice così: «Vuoi edificare il corpo di Cristo, che è la Chiesa, perseverando nella sua unità, insieme con tutto l’ordine dei vescovi, sotto l’autorità del successore del beato apostolo Pietro?».  Questo è un servizio essenziale che ogni Vescovo deve rendere alla propria Chiesa e anche, in comunione con il Papa e gli altri Vescovi, alla Chiesa universale. Mons. Edoardo Cerrato, nei suoi anni di permanenza a Roma, cuore della cristianità e sede del Vicario di Cristo, ha irrobustito il suo amore e la sua devozione verso il Papa quale punto di riferimento decisivo, da accogliere con apertura e docilità di cuore, da accompagnare e sostenere con la preghiera e con la condivisione pubblica del suo Magistero. Per la Chiesa di Ivrea anche questo sarà un bene prezioso.

Nei riti esplicativi dell’Ordinazione verrà consegnato al nuovo Vescovo il libro dei Vangeli, che già durante la preghiera consacratoria sarà tenuto aperto sul suo capo; poi gli verrà consegnato l’anello, segno del legame intimo e sponsale con la Chiesa che gli viene affidata; e ancora la mitra, promessa e impegno di santità di vita; e finalmente il pastorale, che sta a indicare il compito di aver cura di tutto il gregge e di reggere e governare la Diocesi con l’animo del Buon Pastore. Chiediamo per Mons. Edoardo l’abbondanza del dono dello Spirito Santo: solo Lui, infatti, può metterlo in grado di adempiere questi compiti, che superano di gran lunga le nostre forze e le misure umane. La nostra supplica si rivolge anche a Maria Nascente, riconosciuta nella preghiera della Chiesa come «speranza e aurora di salvezza al mondo intero» (Orazione dopo la Comunione): sia Lei la stella luminosa che guida il cammino del nuovo Vescovo!

Caro Mons. Edoardo, ti accompagnino allora in questo percorso da Roma a Ivrea la Madonna e san Filippo Neri. Maria Santissima ti venga incontro per accoglierti a Ivrea, dove è venerata quale patrona dell’intera Diocesi, col titolo di Assunta in Cielo, e con Lei San Savino e la Beata Antonia Maria Verna, fondatrice delle Suore di Carità dell’Immacolata Concezione. Ti accompagnino anche i Santi patroni di Roma, gli Apostoli Pietro e Paolo, e ti accolga festoso l’illustre pastore e grande evangelizzatore della Diocesi eporediese, il Beato Varmondo, che si distinse nell’abbinare la carità evangelica all’impegno culturale per un ragionato e robusto annuncio della Parola di Dio, di cui rimane, come segno evidente, la ricchezza della Biblioteca Capitolare della Cattedrale d’Ivrea. All’intercessione di questi celesti protettori affidiamo nella preghiera la tua persona e la tua nuova missione ecclesiale.

Certamente non ti mancherà anche l’aiuto e la preghiera dei Pastori tuoi predecessori: Mons. Arrigo Miglio, oggi Arcivescovo di Cagliari, e di Mons. Luigi Bettazzi, che per ben 34 anni ha accompagnato il cammino della Chiesa eporediese.

Sarà al tuo fianco con la preghiera e la collaborazione il popolo di Dio della Chiesa che servirai, che con te vivrà l’esperienza cristiana: “Per voi sono Pastore e con voi sono cristiano”, soleva ripetere il Vescovo Sant’Agostino,

Oggi nella preghiera per Mons. Edoardo convergono l’animo e l’affetto di ciascuno di noi, mentre tutti partecipiamo alla medesima gioia, che scaturisce da questa stupenda giornata di fede e di festa.


Saluto di Sua Eccellenza Rev.ma Mons. Edoardo Aldo Cerrato

– Em.mo Signor Cardinale Segretario di Stato di Sua Santità: grazie per avermi benevolmente voluto ordinare inserendomi nella successione apostolica attraverso il dono che Vostra Eminenza ha ricevuto, e grazie per le altissime parole che a tutti noi ha rivolto nella Sua omelia.

– Em.mi Signori Cardinali di S. R. C.: grazie per avermi voluto mostrare la Loro benevolenza anche con la partecipazione a questa Liturgia. Un saluto speciale desidero inviare di qui a tre Signori Cardinali, miei conterranei,  che sarebbero stati volentieri presenti: Sua Eminenza Angelo Sodano, Decano del Sacro Collegio, impegnato come Legato Pontificio a consacrare oggi la cattedrale di Karaganda nel Kazakhstan; Sua Eminenza Giuseppe Bertello che ha promesso oggi la sua preghiera per me a Lourdes, dove si trova; e Sua Eminenza Giovanni Coppa che oggi prega per me a Betlemme, nel corso del pellegrinaggio in Terra Santa che presiede.

– Grazie, Eccellentissimi Arcivescovi con-consacranti, Ecc.mi Vescovi del Piemonte: in primo luogo, Mons. Gabriele Mana, Vescovo di Biella, mia diocesi di incardinazione, Mons. Francesco Ravinale, Vescovo di Asti, mia diocesi natale; Mons. Giuseppe Guerrini, Vescovo di Saluzzo e successore del mio confratello oratoriano B. Giovenale Ancina che in questa stessa chiesa, il 1° settembre 1604 ha ricevuto l’ordinazione episcopale; Mons. Giuseppe Cavallotto, Vescovo di Cuneo e di Fossano; Mons. Franco Lovignana, Vescovo di Aosta e Segretario della Conferenza Episcopale Piemontese. Grazie, Eccellentissimi Arcivescovo Giuseppe De Andrea, e Mons. Franco Croci, Mons. Antonino Raspanti, vescovo di Acireale, successore del mio confratello, il ven. Giovanni Battista Arista; e Mons. Paolo Schiavon, Ausiliare di Roma; Mons. Luca Brandolini, Vescovo emerito di Sora e mons. Antonio Lecce, Amministratore diocesano, che portano in Chiesa Nuova la presenza della diocesi natale del nostro carissimo Cardinale ven. Cesare Baronio; grazie, Rev.mo P. Abate Generale dell’Ordine Cisterciense.

– Grazie, Rev.mi Prelati della Curia Romana e del Vicariato dell’Urbe; e Superiori Generali di Congregazioni e di Società di Vita apostolica;

– Grazie,carissimi Confratelli nel Sacerdozio, in particolare i miei Confratelli Oratoriani riuniti in Congresso Generale, tra cui saluto, il P. Delegato della Sede Apostolica, il P. Presidente del Congresso, il Preposito e la Comunità dell’Oratorio di Roma, e quella di Biella;

– Grazie, Illustri Dignitari dell’Ordine Equestre del S. Sepolcro:  Eccellenze Agostino Borromeo, Alberto Consoli Palermo Navarra, Saverio Petrillo; Comm. Augusto Pellegrini, Delegati di Roma S. Marco e di Roma S. Giovanni, Cavalieri e Dame presenti;

– Grazie, Onorevoli Autorità Civili, Avv. Claudio Santini, in rappresentanza di S. E. il Ministro dei Beni e Attività Culturali, S. E. Prefetto Salvatore Festa, Coordinatore dei Servizi tra Santa Sede e Stato Italiano, Signor Assessore della Provincia di Torino, Sig. Sindaco di Ivrea e Signori Sindaci di Comuni del territorio della diocesi di Ivrea;

– E grazie a voi tutti, carissimi Amici… tutti ed ognuno!

  In questa solennità della Natività di Maria Santissima, cui è dedicata questa chiesa, la “Chiesa Nuova” dei Romani, un nuovo inizio segna la mia vita! Ne sono cosciente, come sono cosciente che i nuovi inizi fioriscono su ciò che già ci è stato dato.

Mi è stato dato il periodo dell’infanzia e dell’adolescenza in una famiglia di cui benedico il Signore: ho la gioia di avere qui, con i miei famigliari, mia madre. Questo anello episcopale che lei mi ha donato fa parte di una storia che è iniziata per me dalle fedi nuziali dei miei genitori. E ogni volta che riceverà il bacio dei fedeli io ricorderò anche il bacio che in questo momento depongo sul Matrimonio di mio padre e di mia madre dai quali ho ricevuto il dono d vita umana e quello della vita in Cristo nel Fonte battesimale a cui essi mi hanno portato!

La torre  e la stella poste sul mio stemma parlano di tutto questo, poiché sono quelle dello stemma antico di S. Marzanotto, edificato nel XII secolo su un colle dell’Astigiano, dove affondano le radici della mia Famiglia.

Il primo periodo della mia vita è, inoltre, quello vissuto nella Famiglia Oratoriana; e di questo parla, oltre che del mio amore riconoscente e filiale per la Vergine Santissima, la cara immagine di N. S. della Vallicella, posta nel capo del mio stemma… Nell’Oratorio di S. Filippo Neri sono diventato prete e in esso Padre Filippo e i suoi santi discepoli, primo fra tutti il venerabile card. Cesare Baronio, mi hanno guidato a comprendere l’esperienza cristiana alla luce di questa salda convinzione ripetuta incessantemente dal s. Fondatore della mia Congregazione: “Chi vuol altro che non sia Cristo, non sa quel che si voglia”… “Siate devoti di Maria, siate devoti di Maria; so quel che mi dico!”.

Consapevole della mia fragilità, e nell’imminenza dell’Anno della Fede, ho scelto come motto episcopale la parola dell’Apostolo Paolo: «ILLE FIDELIS»: fedele è Lui, il Signore! Alla Sua fedeltà verso di me, io guardo stupito; e nella Sua fedeltà immergo la mia pochezza.

Ringrazio perciò il Signore Gesù per tutti i Suoi doni ricevuti nella S. Chiesa, e alla Chiesa Una, Santa, Cattolica ed Apostolica dico il mio “grazie” rinnovando al Vicario di Cristo l’attestazione convinta della mia devozione e fedeltà. Con le parole  rivolte da un grande Vescovo italiano al Sv. di Dio Paolo VI, intendo dire al Santo Padre Benedetto XVI: “Padre Santo, Vi servo per fede; e per fede significa per ragioni profonde, sicure, durature”.

Tante persone mi hanno accompagnato nel cammino della vita: anche ad esse sento il bisogno di dire “grazie”: a mia madre e alla mia famiglia; alle Congregazioni dell’Oratorio di Biella e di Roma; a tutta la Confederazione Oratoriana; al carissimo P. Fabio De Lorenzo che nella Confederazione ho scelto come prete assistente dell’Ordinazione per uno specialissimo debito di affettuosa riconoscenza; al carissimo D. Roberto Regoli, del Clero di Roma, l’altro assistente, che rappresenta tutti i sacerdoti che, al di fuori dell’Oratorio, mi hanno accompagnato con la loro preziosa amicizia.

Grazie ai carissimi fratelli delle Scuole Cristiane, a cui tanto sono legato e che hanno avuto la bontà di affiliarmi spiritualmente, nel 2004, al loro Istituto, per cui sono lieto di essere anche “fr. Edoardo”.  

Quanti amici, in questo momento, ho davanti a me, che vorrei elencare: di Roma, di Biella, di Asti, di Torino, di Sora, di Gioia del Colle, di Forlì, di molti luoghi dove mi è stato dato di svolgere qualche servizio di ministero; tutti si sentano ringraziati uno ad uno, come pure le Suore ed i Religiosi di tanti Istituti, le Associazioni e i Movimenti ecclesiali; il Circolo di S. Pietro, qui presente con il suo Presidente Duca Leopoldo Torlonia che saluto con deferenza ringraziando per il prezioso servizio svolto dai Membri del Circolo anche in questa celebrazione; come ringrazio l’Associazione dei Ss. Pietro e Paolo. Tanti sono presenti in spirito (penso in particolare alle claustrali di alcuni monasteri)… Tutti si sentano ringraziati uno ad uno, poiché uno ad uno li porto in cuore! Come porto in cuore i tanti che già hanno udito da Cristo la chiamata  a passare all’altra riva: uomini e donne – mio padre, innanzitutto – incontrati lungo i sentieri della vita, in suffragio dei quali offro la celebrazione di questa S. Messa.

Ma un saluto particolare, con specialissimo affetto, desidero rivolgere a coloro che sono venuti qui dalla Chiesa di Ivrea che mi è stata affidata.

A tutti, sacerdoti e laici, ai giovani venuti con don Davide, affido il mio saluto per tutti, nell’attesa di tutti incontrare!

Già vi ho confidato, fin dal primo momento, ciò che desidero più di ogni altra cosa: che il mio servizio tra voi sia vissuto in quella amicizia di Gesù Cristo per noi, dalla quale “tutto dipende” come afferma splendidamente Papa Benedetto!

Pregate per me la S. Vergine ed i Santi della vostra terra che ora diventa anche mia, a titolo speciale!

E ora, mentre ringrazio di cuore mons. Franco Camaldo e i Cerimonieri Pontifici per il prezioso servizio, i diaconi e i seminaristi ministranti, il M° P. Pierre Paul e la Venerabile Cappella Giulia della Basilica Vaticana, tutti coloro che tanto hanno lavorato per il buon esito di questa celebrazione nei suoi molteplici aspetti, davanti a questa immagine amata di S. Maria della Vallicella, chiedo alla Madonna,  che “dell’aurora sorge più bella, e coi suoi raggi fa lieta la terra” – come canteremo fra poco –, chiedo alla Donna che è aurora della Redenzione, inizio nella carne umana della storia nuova, di presiedere tutti i passi del mio cammino episcopale. E le dico, con l’invocazione di padre Filippo, cara al Baronio e a tutti gli Oratoriani: “Vergine Madre, Madre Vergine, prega Gesù  per me”.

Venerando questa antica immagine, mi reco in spirito, in questo momento, come pellegrino, nei santuari a me cari di N. S. Porta Paradisi di Asti, della Consolata e dell’Ausiliatrice di Torino, della Madonna Bruna di Oropa, della Salus Populi Romani nella Basilica Liberiana, e dico a Maria: io mi affido a Te!

Il Signore vi ricompensi, amici, per ogni preghiera che farete per me nel nuovo periodo della mia vita affinché io segua docilmente Colui che è mio e vostro Pastore, Nostro Signore Gesù Cristo, senza il quale «non possiamo far nulla».

Grazie!

Sia lodato Gesù Cristo!