Intervista al P. Procuratore Generale

Abbiamo rivolto alcune domande al P. Procuratore Generale che si trova a Cava de’ Tirreni per i solenni festeggiamenti annuali di Maria Ss. Incoronata dell’Olmo, nella Basilica Pontificia a Lei dedicata ed affidata alle cure della locale Congregazione dell’Oratorio.

Quest’anno la Sua presenza nel santuario di N. S.ra dell’Olmo si è particolarmente prolungata rispetto alla visita che costantemente, fin dall’inizio dei Suoi mandati di Procuratore Generale, Lei ha fatto in questa circostanza.

Sì, sono stato a Cava de’ Tirreni già l’8 settembre – giorno della solennità – per accompagnare Sua Eminenza il Card. Grokolewski e partecipare alla Messa pontificale, e vi sono ritornato ieri per la Messa solenne presieduta dal P. Abate della Badia della Ss. Trinità che celebra quest’anno i mille anni della sua fondazione e che tanti legami storici e di devozione ha con la venerata immagine della Madonna dell’Olmo. Oggi presiedo in santuario la S. Messa solenne del mattino e partecipo a quella di Sua Eccellenza l’Arcivescovo a chiusura delle celebrazioni.
 

Il mio particolare legame con questo santuario e con la comunità che lo cura ha radice, oltre che nei miei personali sentimenti, nella storia della Confederazione Oratoriana che indegnamente rappresento. E il 2011, di tale storia, è memoria di una tappa molto significativa.

Ce ne vuol parlare?

Ottant’anni fa, nel luglio del 1931, qui a Cava si riunivano i Prepositi delle Congregazioni oratoriane d’Italia per la traslazione in santuario delle spoglie mortali del servo di Dio p. Giulio Castelli, fondatore dell’Oratorio Cavese. Non si trattò di incontro ufficiale, come lo erano stati i Congressi dei Prepositi indetti a Roma dalla Sede Apostolica, a partire dal 1895, con l’intento di trovare una formula di “federazione” tra le Case oratoriane, tutte periclitanti, in Italia, a causa delle “Leggi eversive” del nuovo Stato unitario; Congressi che qualche tenue provvedimento riuscirono a prendere, ma del tutto insufficiente alla gravità della situazione. L’incontro di Cava si tenne per lo spontaneo invito rivolto ai Prepositi da p. Giuseppe Timpanaro – il ven. Arista era morto nel settembre dell’anno precedente – e la numerosa presenza degli intervenuti fu espressione non solo dell’affettuosa venerazione verso il confratello che tanto si spese nel “movimento di unione”, ma anche dell’esigenza ormai fortemente sentita di una fattiva collaborazione tra le Case.
 

I Prepositi si diedero appuntamento per il novembre 1932 a Bologna: lì avrebbero deciso la nomina del primo Procuratore Generale – che fu il p. Carlo Naldi, d. O. di Firenze – e la proposta alla Sede Apostolica di istituire la Procura Generale. Il prossimo anno, quindi, mentre l’Oratorio ricorderà in festa i quattro secoli dall’approvazione delle Costituzioni oratoriane, ricorderà anche l’Ottantesimo anniversario di istituzione della Procura Generale, grazie alla quale si sarebbe sviluppato il cammino che avrebbe portato, nel 1942, all’istituzione della “Confederazione dell’Oratorio di S. Filippo Neri”. Tappe importantissime che nel santuario di Cava de’ Tirreni, sotto lo sguardo di Maria, affondano la loro radice. Non è senza motivo che nelle raffigurazioni celebrative dell’Institutum Oratorii facciano da sfondo il santuario di Maria Ss. Incoronata dell’Olmo di Cava e la chiesa di S. Maria di Galliera, dei padri di Bologna, oltre alla madre di tutte le chiese oratoriane, S. Maria in Vallicella de Urbe.

Importante, quindi, in questi festeggiamenti annuali, il ricordo di P. Castelli…

Qui il servo di Dio è ricordato ogni giorno ed il 9 settembre il suo sepolcro ha ricevuto anche la visita del Postulatore Generale P. Paul Chavasse.
 

Il mio amore per lui non è solo segnato dal fatto che egli è, per nascita, mio conterraneo (nacque a Torino nel 1846 e fu prete dell’Oratorio torinese) e che appartenne per alcuni anni all’Oratorio di Roma a cui io pure appartengo. Padre Castelli è una figura di alto rilievo nella storia moderna dell’Oratorio: per santità di vita e per impegno a favore della Famiglia oratoriana.
 

Nel corso dell’anno corrente le sue spoglie mortali riceveranno nuova e più onorevole sistemazione nel santuario. Da quel momento particolare attenzione si riserverà per un anno al servo di Dio, che giusto ottantacinque anni fa, in questa Casa, chiudeva gli occhi sul mondo per aprirli sul Volto di Dio.
 

Alla Vergine Ss. dell’Olmo e al servo di Dio ho affidato in questi giorni l’intera Confederazione dell’Oratorio. Sto per terminare il mio terzo mandato di Procuratore Generale: alle loro mani affido quanto ho fatto, ma anche le mie omissioni: sono certo che essi porteranno benevolmente a compimento le buone opere e raddrizzeranno quelle meno buone…

Le celebrazioni cavensi hanno visto, come sempre, un’alta partecipazione di fedeli…

La Madonna dell’Olmo è Patrona della Città di Cava, e i Cavesi le sono davvero affezionati; qui, mentre risuona con immensa commozione il canto composto da p. Castelli – “Oh Santa Maria dell’Olmo, accoglici e stingici al cuor!” – sono innumerevoli i fedeli che partecipano alle S. Messe e che si accostano, in questa circostanza, al sacramento della Confessione… Già nei giorni della Novena che precede la festa, e poi nei giorni dall’8 al 12 di settembre. 
 

L’origine del culto alla Vergine sotto questo titolo risale all’XI secolo, quando fu trovato da alcuni pastori, un quadro impigliato tra i rami di un olmo. I pastori custodivano in campagna il loro gregge e videro nella bassa valle un insolito splendore. Decisero allora di riferire l’accaduto all’Abate del monastero della SS. Trinità e l’Abate subito incaricò varie persone per accertare l’accaduto. Dopo la conferma ottenuta, si recò di persona a costatare il miracoloso lume. Proprio da dove proveniva quella luce fu trovata la santa immagine di Maria nel mezzo dei rami di un albero.
 

Si decise allora di trasportare l’immagine nella chiesa di S. Cesareo in attesa di poter costruire una decente cappella in suo onore. Miracolosamente, però, l’Immagine fu ritrovata di nuovo nel luogo precedente e si ritenne che, per volontà della Regina del Cielo, l’immagine doveva essere venerata ove la prima volta si era mostrata. 
 

Qui, in fondo alla valle, cominciarono a sorgere le più antiche abitazioni dotate di portici, lungo quella importante via di comunicazione che era la “via Regia”. La popolazione, scendendo dai casali posti sulle alture, si andò agglomerando intorno a quella Immagine che richiamava costantemente la devozione e il concorso dei cavesi. 
 

La prima data storica del Santuario risale al 1400, quando passò San Francesco di Paola (che si recava in Francia su invito del re Luigi XI) il quale benedisse la prima pietra dell’attuale santuario: i suoi Frati Minimi vennero ad abitare nel convento che ancora attualmente affianca il santuario.
 

Dal 1685 la Madonna dell’Olmo fu dichiarata Patrona della Città di Cava de’ Tirreni e nel 1931 il santuario ricevette il titolo di Basilica Minore. Negli ultimi giorni di dicembre del 1895 da Roma, chiamato dal Vescovo di Cava de’ Tirreni, giunse da Roma al santuario il padre Giulio Castelli. 
 

L’Immagine di Maria SS. Incoronata è venerata sull’altare di marmi policromi, posta tra le fronde di un olmo di bronzo. E’ una Madonna con Bambino, raffigurata secondo il modello delle icone bizantine della Odigitria, la Vergine che indica la Via, rivestita di manto azzurro, ornato di stelle. 
 

Il Bambino Gesù è in atto di stringersi al seno della Madre e le accarezza il volto, mentre si volge a guardare i fedeli che venerano l’Immagine. Ai piedi dell’albero di bronzo nell’altare della Basilica sono raffigurati in preghiera i santi che hanno avuto un particolare rilievo nella storia del santuario e della città (il vescovo S. Adiutore, S. Alferio fondatore dell’Abbazia della SS. Trinità, S. Francesco di Paola e S. Filippo Neri).