Lo scorso 2 maggio la Congregazione di S. Miguel de Allende (Messico) ha festeggiato solennemente il III centenario della sua fondazione con una grande Celebrazione presieduta da S. E. R. Mons. Alberto Suárez Inda, Arcivescovo di Morelia, con la partecipazione degli Ecc.mi Monsignori José Benjamín Castillo Plascencia, Vescovo de Celaya, e Carlos Suárez Cázares, Vescovo Ausiliare di Morelia, e di numerosi Padri delle Congregazioni messicane. Riportiamo la lettera inviata dal P. Procuratore Generale all’inizio dei festeggiamenti.
Al Molto Reverendo P. Luis Antonio Espinosa, C.O.
Preposito della Congregazione dell’Oratorio di San Miguel de Allende
Molto Reverendo Padre,
la gradita lettera di Vostra Reverenza mi comunica che la Ven. Congregazione di San Miguel de Allende ha iniziato nel maggio di quest’anno un intenso cammino di preghiera accompagnato da manifestazioni religiose e culturali che culmineranno il 2 maggio del prossimo anno quando sarà festeggiato il terzo centenario di fondazione della Congregazione.
Congratulamdomi di cuore per la testimonianza di amore alla storia gloriosa della Comunità e di impegno a continuarla nel presente attraverso una vivace vita apostolica, mentre sono in partenza per il Messico, dove avrò il piacere di incontrarLa e di consegnarLe questo scritto, porgo i più fraterni auguri, anche a nome della intera Confederazione Oratoriana.
1. La Congregazione di San Miguel el Grande (oggi de Allende), fondata nel 1712 dal P. Dr. Juan Antonio Pérez de Espinosa y Miraelrío (1676-1747), occupa un posto insigne nella storia dell’Oratorio messicano, grazie allo zelo apostolico di cui i suoi membri hanno dato costante prova ed all’attività culturale che vi è fiorita attraverso il “Muy Ilustre y Real Colegio de San Francisco de Sales” dal quale sono uscite, nel corso dei secoli, personalità ecclesiastiche, civili e politiche di alto rilievo.
La figura del Fondatore – a cui pure si deve la fondazione dell’Oratorio di Malaga ed il ristabilimento di quelli di Cadiz e di Cordoba, durante il periodo da lui trascorso in Europa in occasione del viaggio a Roma per ottenere dal Papa la Bolla di erezione canonica dell’Oratorio – risplende di particolare luce per la santità della vita, per l’alto livello culturale, per l’incarico di Missionario Apostolico e di Commissario del S. Uffizio, per l’amore all’Oratorio.
Ma la sua non è l’unica figura di alto rilievo: nella Congregazione di San Miguel el Grande è pure fiorita quella del P. Dr. Juan Benito Díaz de Gamorra y Dávalos, (1745-1783), addottoratosi nell’Università di Pisa, uno dei più notevoli scrittori messicani del XVIII secolo, studioso di Filosofia moderna e riformatore, nella Nuova Spagna, del metodo di insegnamento della Filosofia, adottato anche nella Pontificia y Real Universidad de México.
Insieme a questi insigni figli di San Filippo Neri, gloria della Congregazione sanmiguelense e di tutta la Famiglia Oratoriana, risplende poi di particolare luce il servo di Dio P. Luis Felipe Neri de Alfaro (1709-1776) il cui profondo amore a Gesù Cristo e la cui generosa dedizione al ministero sacerdotale lo hanno avviato alla gloria degli altari. Chiamato il “Pedro de Alcántara mexicano” e il “místico más exquisito de la Nueva España”, anche nei versi poetici con cui volle ornate le pareti del santuario di Atotonilco, da lui fondato – chiamato “la Sistina messicana” per l’eccellenza artistica – egli ci ha lasciato la misura della sua profonda comunione con il Signore che ancora commuove le migliaia di pellegrini che ogni anno vi si recano; come accade anche nella stupenda “Santa Casa de Ntra. Sra. de Loreto”, annessa al tempio della Congregazione, di cui il P. Alfaro fu il primo e più illustre cappellano.
Nato a Città del Messico, capitale del Vicereame della Nuova Spagna, e battezzato con i nomi di Luigi – in onore del santo Re di Francia – e di Filippo Neri – per la devozione dei genitori verso il santo Fondatore dell’Oratorio – Luis Felipe Neri de Alfaro trasse dagli studi filosofici e teologici compiuti nel Seminario arcidiocesano e nella Università del Messico la solida preparazione che sostenne il suo generoso ministero sacerdotale nella allora giovane ma già stimatissima Congregazione di San Miguel.
2. Il Fondatore, P. de Espinosa, conobbe l’Oratorio nel contatto instaurato con la giovane fondazione oratoriana di Città del Messico quando da Santiago de Querétaro, sua città natale, si recò nella Capitale a sostenere nell’Università gli esami di Teologia e vi conobbe il Preposito, D. Juan de Pedroza, il quale, in considerazione delle qualità del giovane, gli prospettò l’ingresso in Congregazione.
P. de Espinosa pensò utile, però, di diffondere l’Oratorio altrove e nel 1712, essendosi recato a San Miguel el Grande a predicare la Quaresima, ottenne da D. José Ignacio Trujillo y Guerrero, vescovo di Valladolid, di dare inizio, il 2 maggio, alla nuova Comunità presso la chiesa de “la Soledad” e del “Santo Ecce Homo”.
Il 21 maggio, festa della SS.ma Trinità, ebbero inizio gli esercizi dell’Oratorio, frequentati, sin dai primi tempi, da numerosi fedeli, mentre i Padri che vi si dedicavano assumevano pure l’impegno dell’insegnamento catechistico per i fanciulli, e di quello dell’istruzione scolastica per i giovani.
Fondare scuole per i figli del popolo e per quelli delle famiglie nobili era, infatti, uno degli intenti del Fondatore, che ebbe a cuore anche l’educazione delle fanciulle per le quali diede inizio al Beaterio de Santa Ana, aperto a ragazze di tutte le classi sociali, dove “la mulata y la india recibían el mismo pan y la misma educación que la criolla y la mestiza”.
Fin dal 1718 si iniziò a pensare ad un ambiente specificamente destinato agli esercizi dell’Oratorio: nacque così quello che nel 1723 sarebbe stato consacrato come Templo de la Salud, dal quale ad ogni ora di ogni giorno partivano gruppi di fedeli che recitavano per le strade il Rosario fino al giungere della notte.
Il Collegio de San Francesco de Sales è la testimonianza più insigne della intelligente dedizione dei Padri fondatori alla educacazione gratuita dei fanciulli e dei giovani, fossero essi “indígenas, mulatos o españoles”.
Nel 1718 i Pp. de Espinosa e Antonio Ramos de Castilla trattarono davanti al Re di Spagna la legalizzazione degli studi compiuti nel Collegio: Grammatica, Retorica, Filosofia, Teologia Scolastica e Morale; e il re Filippo V, nel 1724, stabilì che gli alunni potessero conseguire i gradi accademici nell’Università del Messico.
L’edificio che ospitò il Collegio, costruito a spese del P. Ramos, fu espropriato dalle Leyes de Reforma nel 1857 e da quel momento ha sopportato diverse e drammatiche vicissitudini; ma l’opera educativa non venne mai meno: nel 1936 il Collegio si installò nel Claustro dei Padri e per trent’anni, a partire dal 1942, divenne pure la “Casa Regional de Formación” per gli Oratoriani della Repubblica Mesicana.
I Padri continuano a svolgervi la loro opera e l’importante Istituto scolastico è anche il campo in cui fioriscono le vocazioni per la Comunità, mentre splendido frutto della formazione si rivela sempre più anche l’associazione degli Ex-Alunni, oggetto di speciale lavoro apostolico per la Congregazione.
3. Pur conoscendo quanto sia ricca e varia l’attività pastorale dei Padri nelle opere proprie come nel servizio alla Diocesi, proprio questo impegno educativo, che data da secoli, desidero sottolineare in questa occasione.
L’apostolato dell’educazione, infatti, se sempre è stato oggetto di altissimo impegno da parte della Chiesa, riveste oggi una importanza ancor più grande.
«L’educazione e la formazione costituiscono oggi una delle sfide più urgenti che la Chiesa e le sue istituzioni sono chiamate ad affrontare» affermava il Santo Padre Benedetto XVI nel recente discorso (7 febbraio 2011) ai partecipanti alla Plenaria della Congregazione per l’Educazione cattolica e ribadiva: «Educare è un atto d’amore, esercizio della “carità intellettuale”, che richiede responsabilità, dedizione, coerenza di vita».
In presenza di una cultura che oggi fa del relativismo il proprio “credo”, per cui c’è minore sensibilità nei riguardi della verità oggettiva e dei valori sui quali deve basarsi la vita, educare è certamente più difficile che in passato.
Ma questa situazione – ha sottolineato il Papa – rende ancor più preziosa l’opera educativa, purché essa sia impostata secondo una «identità ben precisa» e proponga «la apertura alla ‘totalità’ dell’essere umano», nella convinzione – tanto presente nel pensiero del card. Newman – che «eliminare Dio significa spezzare il circolo del sapere». Occorre avere «il coraggio di annunciare il valore “largo” dell’educazione, per formare persone solide, capaci di collaborare con gli altri e di dare senso alla propria vita».
Molto Reverendo Padre e carissimi Confratelli,
L’augurio che ho il piacere di esprimervi è che questo anno di preparazione alle feste del III Centenario di fondazione sia caratterizzato da uno sguardo che spazi dalla vostra storia passata – tanto ricca e gloriosa – alla realtà presente che richiede di essere affrontata con lo stesso spirito di fede e di intelligenza con cui i vostri Padri si impegnarono nella realtà del tempo loro.
Con il ricordo sempre vivo della mia visita alla vostra Congregazione e all’indimenticabile santuario di Atotonilco, vi assicuro la mia fraterna preghiera presso l’urna di Padre Filippo e chiedo a Voi, per tutta la Famiglia Oratoriana e per me uno speciale ricordo nella cappella di Loreto, che è la splendida memoria dell’Avvenimento da cui tutta la storia della Chiesa ha avuto inizio con l’Incarnazione del Verbo di Dio nel grembo della Purissima Vergine Maria.
Roma, 19 giugno 2011, festa della SS. Trinità
In Corde Christi et P. N. Philippi
aff.mo
Edoardo Aldo Cerrato, C.O.
Procuratore Generale