Omaggio al Card. Baronio all’Oratorio di Gostyn

La Congregazione dell’Oratorio di Gostyn (Polonia) commemora il 6 e 7 ottobre il Ven. Baronio con manifestazioni a cui è stato dato il Patrocinio della Procura Generale della Confederazione Oratoriana. Il 6 ottobre in Basilica ha luogo una solenne celebrazione Eucaristica in ricordo del Card. Baronio, durante la quale sono eseguite musiche di P. L. da Palestrina. Segue nell’Oratorio un Atto commemorativo con letture dagli scritti di Cesare Baronio e il Concerto diretto dal M°. Marek Toporowski. Il 7 ottobre, Concerto: W. A. Mozart, Messa dell’incoronazione; M. Koperski, Missa sollemnis ex B. Orchestra dell’Accademia Beethovenowska e Coro Cattolico dell’Università Lubelski. Direttore: M°. Marek Dyzewski.

Con il messaggio che riportiamo, il Procuratore Generale, rappresentato da P. Mauro De Gioia, C.O., membro del Comitato del IV Centenario, ha espresso a P. Zbigniew Staczewski, Preposito e Procuratore della Federazione di Polonia, il rammarico di dover rinunciare a presiedere la celebrazione e a partecipare all’importante momento commemorativo:

Molto Reverendo Padre,

con grande gioia ho aderito alla Sua richiesta di Patrocinio della Procura Generale per le celebrazioni commemorative del IV centenario del Ven. Cardinale Cesare Baronio che si svolgono a Gostyn in questi giorni. Avevo promesso la mia presenza e desideravo con tutto il cuore di essere presente, ma un contrattempo mi obbliga ora ad annunciarLe che non potrò essere con voi per l’importante evento.

 Sono lieto che a rappresentarmi sia il R. P. Mauro De Gioia, dell’Oratorio di Genova e membro del Comitato del IV centenario, il quale porterà ai presenti il saluto ed il ringraziamento dell’intera Famiglia Oratoriana. 
 
Le celebrazioni del IV centenario, aperte a Roma il 29 settembre 2006 e proseguite con notevoli manifestazioni religiose e culturali nell’Urbe e in altre città di diverse Nazioni, hanno contribuito notevolmente a dare il giusto risalto alla santità del discepolo e primo successore di S. Filippo Neri e grande storico della Chiesa.
 
Ringrazio la Congregazione di Gostyn per aver voluto ricordare in modo religiosamente e culturalmente elevato il nostro il Venerabile Cardinale Baronio, che tanti rapporti legano alla Polonia. 

Non posso dimenticare, infatti, che fu lui, insieme a Padre Filippo, a favorire l’istituzione in Roma del primo Collegio Polacco nel 1585 ed a curarne il cammino; come pure il fatto che ha coltivato con la Polonia costanti rapporti di amicizia fondati su comunanza di idee e di studio e sulla stima per la fedeltà della Polonia alla Chiesa di Roma. Tra gli ammiratori del Baronio si enumerano insigni uomini di cultura: Stanislao Rezska, segretario e biografo del Card. Osio, lo storico Tommaso Treter, i vescovi Giorgio Radziwill e Stanislao Karnkowski. Gli “Annales” baroniani ebbero in Polonia vasta diffusione, e subito sorse l’idea di una traduzione polacca, alla quale si interessò lo stesso Primate Stanislao Karnkowski, che affidò l’impresa all’eminente scrittore polacco Piotr Skarga (1536-1612), predicatore alla corte del Re di Polonia Sigismondo III a cui è dedicato il tomo XI degli Annales. Tra i continuatori dell’opera baroniana non possiamo dimenticare uno dei migliori, p. Abramo Bzowski, i cui “Annales Ecclesiastici post Caesarem Baronium” furono pubblicati a Colonia nel 1618-1672. 

Anche nel Convegno Internazionale di studi, celebrato a Roma nel giugno di quest’anno, una interessante conferenza di Andrea Seccherelli, dell’Università di Bologna, su “Baronio in Polonia: gli Annales Ecclesiastici e il Martyrologium Romanum nelle Vite dei Santi di Piotr Skarga” ha messo in chiara evidenza il rapporto del Cardinale Baronio con la cultura polacca.
 
La lezione che il Cardinale Baronio ci ha lasciato è quella di un santo studioso che ha fatto sua l’autentica impostazione della Chiesa circa gli studi storici, mettendo a fondamento della propria ricerca ciò che il grande Pontefice Leone XIII avrebbe ricordato, nella “Saepenumero considerantes” del 1883, come linea fondamentale per il lavoro dello storico: «primam esse historiae legem ne quid falsi dicere audeat: deinde ne quid veri non audeat»: la prima legge della storia è che non si osi affermare nulla di falso; e che nulla di vero si osi tacere. 

Anche nel nostro tempo è possibile rilevare quanto il Pontefice affermava riguardo alla sua epoca, segnata da ostilità preconcetta nei confronti della Chiesa e da vere e proprie persecuzioni che intendevano strappare la fede dalle radici del popolo cristiano: «si può asserire fondatamente che la scienza storica sembra essere una congiura degli uomini contro la verità. Infatti […] vediamo che la menzogna si snoda audacemente fra i ponderosi volumi e negli agili libri, fra i fogli volanti dei giornali e nei seducenti apparati dei teatri».
 
Spinto da san Filippo Neri a intraprendere lo studio e l’esposizione della storia della Chiesa, Cesare Baronio svolse la sua opera con il metodo dello studioso serio e con l’intento del credente che sa quanto la storia sia elemento essenziale del cristianesimo.
 
Alla sua lezione vogliamo ispirarci, in modo particolare, noi Oratoriani, grati alla Sede Apostolica per aver autorevolmente sottolineato l’importanza del nostro grande confratello nella missione della Chiesa. Tra queste testimonianze, desidero ricordare in particolare quella del Cardinale Prefetto del Pontificio Consiglio per la Cultura, il quale scriveva in un messaggio ufficiale dello scorso anno: «L’esperienza di Cesare Baronio è di grande utilità e di rilevante importanza anche per il nostro tempo. La Chiesa si trova ad affrontare continuamente numerose e sempre più incalzanti sfide, soprattutto in ambito culturale, che mirano a svalutare la sua opera e la sua missione, o addirittura a negare un valore storico alle sue origini, alla sua fondazione divina. Tali sfide, veicolate spesso da mezzi di comunicazione attenti solo alle ragioni dell’audience e del mercato, incidono non poco sul tessuto culturale e anche religioso e spirituale di tanti, anche credenti. […] La ricorrenza del IV Centenario della scomparsa del grande storico della Chiesa può essere, dunque, occasione più che favorevole per ripensare la dimensione storica nell’esperienza di fede cristiana e formulare nuovi e più approfonditi percorsi di formazione umana e cristiana, in cui la Storia ritrovi il suo posto e la sua valenza educativa».

Ancora ringraziandoLa, carissimo Padre, per aver pensato e realizzato il momento celebrativo a cui avrei partecipato con tanto piacere, lascio a P. Mauro De Gioia di dire a Lei ed ai presenti la riconoscenza della Procura Generale per la sensibilità dimostrata e con fraterno affetto saluto tutti, confermandomi

In Corde Christi et P. N. Philippi dev.mo
Edoardo Aldo Cerrato, C.O.
Procuratore Generale