SS. Papia e Mauro

Di questi santi martiri di Roma – ricordati negli Itinerari del VII secolo come sepolti nel Coemeterium Maius sulla via Nomentana – furono rinvenuti i resti nel 1590 in S. Adriano al Foro e donati dal card. Agostino Cusano, titolare della chiesa, a S. Maria in Vallicella, dove furono posti sotto l’altare maggiore il 23 maggio del 1599, unitamente a quelli di Domitilla, Nereo e Achilleo; alcune reliquie furono usate il 16 maggio del 1725 per la consacrazione dell’altare della cappella di S. Filippo Neri, il quale con tanto fervore aveva accolto quei corpi santi che giungevano processionalmente nella chiesa da lui costruita e ancora fresca di calce. Si colloca in questo contesto di estatica preghiera, il buffo gesto di Padre Filippo che, per distogliersi dall’estasi e nascondere il suo fervore, iniziò a tirar le barbe delle guardie svizzere in servizio d’ordine sul sagrato. La Congregazione dell’Oratorio li ha come Santi Patroni fin da quei tempi.
 

Il Martirologio Romano, al 29 gennaio recita: A Roma, sulla via Nomentana, il natale dei santi Martiri Papia e Mauro soldati, al tempo dell’Imperatore Diocleziano. Alla prima confessione di Cristo, Laodicio, Prefetto della città, fece percuotere loro la bocca con sassi, poi li fece gettare in prigione, e quindi percuotere con bastoni, e da ultimo con flagelli, finchè ne morirono.