Nuova pubblicazione su San Filippo

Il P. Procuratore Generale si felicita con P. Paul Bernhard Wodrazka C.O. e Markus Dusek per la nuova pubblicazione in lingua tedesca “Die Schule des heiligen Philipp Neri nach Giuseppe Crispino”.

Si tratta della Scuola del gran maestro di spirito, S. Filippo Neri, nella quale co’ fatti, e co’ detti del medesimo Santo e di alcuni suoi discepoli s’ingegnano le pratiche della vita spirituale ad ogni stato di persone. Divisa in cinque libri …” di Giuseppe Crispino, Napoli 1675 (2° edizione, Napoli 1678). Si tratta della traduzione (in parte) dei libri IV e V e (completo) del libro III, tutti dedicati alla spiritualità di San Filippo Neri.

Questa pubblicazione include anche i Ricordi e detti di San Filippo Neri, distribuiti per ciascun giorno dell’anno, adattati alle solennità che in esso corrono, Bologna 1848,nuovamente tradotta in lingua tedesca.

Die Schule des heiligen Philipp Neri
nach Giuseppe Crispino

Mit 60 Originalstichen von Pietro Antonio Novelli und Innocente Alessandri von 1799.
Hg.: Markus Dusek / P. Paul Bernhard Wodrazka C.O.
372 Seiten; Hardcover mit Zeichenband
Be&Be-Verlag Heiligenkreuz 2016
ISBN 978-3-902694-97-3
€ 19,90


Alla scuola dell’ardente amore di san Filippo

Certo non mancano i testi che si prefiggono di fornire un’introduzione alla vita spirituale. Innumerevoli autori cattolici, più o meno illuminati, si sono adoperati fin dall’antichità per abbozzare una “mappa” delle vie che conducono a Dio, che fosse facilmente comprensibile per chiunque. All’interno di questo genere letterario, una delle opere certamente migliori e più note è la Filotea del santo vescovo di Ginevra e padre oratoriano Francesco di Sales. Ma è un equivoco molto diffuso l’opinione comune, seconda la quale una buona medicina dovrebbe bastare per tutti. In realtà sono molte le vie che, a seconda della disposizione dell’anima, possono condurre gli uomini a Dio. Per questa ragione, con la presente opera ci azzardiamo a riproporre una guida alla spiritualità che ci viene dall’Italia del seicento. Si tratta di un vero e proprio corso di vita spirituale, compilato da Giuseppe Crispino (1639-1721), che delinea l’evoluzione spirituale di un uomo in maniera non solo teorica, ma illustrandola a mezzo di esempi concreti tratti dalla vita di san Filippo Neri e dei suoi primi compagni. In quest’opera manca l’arida astrattezza che caratterizza molte opere più teoriche; al suo posto troviamo invece, in san Filippo Neri, un esempio di perfezione cristiana in carne ed ossa. È senz’altro bello che questa nuova edizione della Scuola del gran maestro di spirito, S. Filippo Neri, data alle stampe originariamente nel 1675, esca proprio in quest’anno, che segna il quinto centenario della nascita di san Filippo (21 luglio 2015).

Personalmente non ho mai approfondito molto la vita e l’opera di san Filippo Neri, ma durante alcune tappe della mia vita ho avuto modo di conoscerlo un po’ più da vicino; così ad esempio al tempo dei miei studi al Pontificio Collegio Germanico-Ungarico di Roma. Chi si reca in visita alla tomba del santo fondatore dell’Oratorio, sita nella bella chiesa di Santa Maria in Vallicella (la “Chiesa Nuova”), vi troverà spesso dei fedeli assorti in preghiera, intenti a raccomandare al santo le loro preoccupazioni e i loro bisogni, oppure a rendergli grazie. A Roma, la devozione a san Filippo è sempre rimasta viva. Ogni anno la sua festa, il 26 maggio, attira innumerevoli visitatori, desiderosi di pregare nei luoghi della sua vita. E risale al 1609 l’usanza che il popolo di Roma, per mezzo dei suoi rappresentanti istituzionali, consegni ai padri dell’Oratorio un prezioso calice in occasione della festa del secondo apostolo di Roma. L’amore dei romani per il loro patrono si conserva immutato nei secoli.
 

Durante il mio soggiorno di studi a Roma mi ha segnato molto anche la pratica della “visita delle Sette Chiese”, avviata quasi cinque secoli fa da san Filippo Neri. Ancora oggi la strada che conduce da San Paolo fuori le Mura a San Sebastiano porta il nome di via delle Sette Chiese. E durante il mio incarico di nunzio apostolico in Lituania, la Santa Sede istituì canonicamente l’oratorio di Vilnius, col quale ho sempre intrattenuto ottimi rapporti. Infine, da quando sei anni fa mi fu affidato l’incarico di nunzio apostolico in Austria, ho avuto l’opportunità non solo di conoscere l’oratorio di Vienna, ma anche di scoprire più da vicino la vita e la spiritualità di san Filippo Neri.

L’entusiasmante, contagiosa energia che la figura di san Filippo irradiava sui suoi contemporanei è descritta bene in un’omelia del cardinale Joseph Ratzinger, futuro papa Benedetto XVI, tenuta in occasione del settantesimo compleanno del suo vescovo ausiliario, l’oratoriano Ernst Tewes: “[…] Mi viene in mente anche san Filippo Neri […], il santo, che grazie al suo inesauribile buon umore e alla sua fede incommensurabile trasformò la Roma della seconda metà del cinquecento in una città, nella quale la luce di Gesù Cristo si trovò di nuovo sul suo candelabro, in modo che i cristiani potessero vederla e usarla come metro di giudizio. San Filippo raccolse intorno a sé i giovani, perché leggessero assieme a lui le Sacre Scritture e attingessero ai tesori della storia della Chiesa. Per questa comunità fu cosa naturale che chi bevesse di questa santa Parola, dopo dovesse elargirla, recandosi a visitare i malati nel vicino Ospedale dello Spirito Santo o portando conforto ai poveri e sofferenti di Roma. Uomini del formato di un Cesare Baronio, grande scrittore di storia della Chiesa, si formarono numerosi a questa scuola di carismi, capace di risvegliare in questi uomini grandi talenti e di rendere viva in loro la forza della Parola di Dio, la quale attirò innumerevoli uomini al suo servizio, raccolti tutti intorno ad un nucleo centrale, che si chiama fede, speranza e carità” (JRGS 12 [2010], p. 704).

La grazia necessaria a compiere l’opera della sua vita, san Filippo la ricevette per via straordinaria, alla vigilia di Pentecoste dell’anno 1544, nelle catacombe di san Sebastiano lungo la via Appia Antica. In forma di una sfera infuocata, lo Spirito Santo penetrò nel cuore di Filippo, infiammandolo di un tale straordinario amore, da farlo dilatare al punto che gli si inarcarono due costole. Nel corso dell’autopsia effettuata dopo la sua morte, i medici constatarono che la frattura delle due costole aveva allargato la gabbia toracica di Filippo, offrendo così più spazio al battito violento del suo cuore miracolosamente ingrandito (cfr. Cistellini, A.: San Filippo Neri …, Volume I, Brescia 1989, pp. 32s.). In occasione del quarto centenario di questa eccezionale esperienza mistica, papa Pio XII scrisse al preposito dell’oratorio romano: “È richiamo e conforto inatteso alla tenera pietà da Noi nutrita fin dall’infanzia per il caro San Filippo Neri la imminente data, quattro volte centenaria, del singolare carisma di carità onde l’Apostolo di Roma fu privilegiato da Dio con la visibile dilatazione del cuore. Il solenne ricordo del prodigio nuovo, col quale piacque alla divina Bontà di confermare sensibilmente la santità del Suo servo e in particolar modo il suo impeto di amore per il divin Maestro Gesù, per la sua Madre Maria e per la salute delle anime” (Papa Pio XII: Lettera per il IV centenario della „Pentecoste“ di S. Filippo Neri, 25.05.1944). Questo amore divino e questa fiamma della gioia erano destinate a restare nel cuore di san Filippo fino alla fine dei suoi giorni.
 

Filippo, che Dio guidò in maniera così eccezionale, può insegnare anche a noi, gente del ventunesimo secolo, le vie per rinnovare il mondo in Cristo. La “scuola” di san Filippo è in verità una fonte inesauribile di riflessioni spirituali. Il nostro tempo è simile per molti versi alla Roma rinascimentale, e san Filippo ci insegna a non accontentarci di una spiritualità di superficie. Le parole di papa Francesco ai sacerdoti dell’Oratorio in occasione del quinto centenario della nascita del santo valgono per ogni cristiano che desideri progredire nella vita dello spirito: “Lo stato permanente di missione della Chiesa richiede a voi … di non accontentarvi di una vita mediocre”. Non basta andare a messa di tanto in tanto, dire occasionalmente una preghiera e legare un rosario allo specchio retrovisore della propria auto. La fede non deve ridursi ad un secondario ornamento della nostra vita; la religione non ci deve servire solo a definire una vaga appartenenza culturale. La nostra ricerca del volto di Dio, il nostro tendere verso l’eternità devono animare e dare forma ad ogni aspetto della nostra esistenza. Chi vuol altro che non sia Cristo”, così ci insegna san Filippo Neri,“non sa quel che si voglia; chi cerca altro che Cristo non sa quel che dimandi; chi fa e non per Cristo non sa quel che si faccia.
 

La vita e gli insegnamenti di san Filippo ci regalano una religiosità “naturale”, lontana da qualsiasi bigotteria; una religiosità che si inserisce con semplicità nella realtà della nostra vita di tutti i giorni. E per questa ragione che grandi uomini così diversi fra loro come l’insigne poeta tedesco Johann Wolfgang von Goethe ed il beato cardinale John Henry Newman (1801-1890), convertitosi alla fede cattolica dall’anglicanesimo, nutrirono ognuno a suo modo una profonda devozione per Filippo Neri.
 

Lasciamoci contagiare anche noi, mentre leggiamo le pagine di questa “scuola” di san Filippo, dal fuoco del suo grande amore per Dio. Più di ogni altra cosa, il nostro mondo pervaso da una visione vagamente atea della realtà, ha bisogno di cristiani convinti ed entusiasti.

Vienna, 26 maggio 2015, solennità di san Filippo Neri
 

+ Peter Stephan Zurbriggen
Nunzio Apostolico in Austria
Arcivescovo titolare di Glastonia