Echi sugli “Scritti oratoriani” di Newman

L’Agenzia SIR (Servizio Informazione Religiosa) della Conferenza Episcopale Italiana ha pubblicato mercoledì 9 Giugno il seguente articolo:

JOHN HENRY NEWMAN
Coscienza e verità. Il cardinale inglese e l’Oratorio di san Filippo Neri


Tra la varie iniziative organizzate in occasione della prossima beatificazione del cardinale John Henry Newman, grazie alla collaborazione tra l’editore Cantagalli e le Congregazioni italiane dell’Oratorio di san Filippo Neri, sono stati recentemente pubblicati i suoi “Scritti Oratoriani”, un’opera che si propone di far conoscere lo stretto legame tra Newman (che verrà proclamato beato da Benedetto XVI il 19 settembre nella contea inglese di West Midlands) e l’Oratorio. Il volume, a cura del monaco benedettino Placid Murray, è stato tradotto per la prima volta in italiano, e l’8 giugno ha avuto la presentazione nazionale a Genova. Per l’occasione sono intervenuti padre Edoardo Aldo Cerrato, procuratore generale della Confederazione dell’Oratorio, e padre Mauro De Gioia, direttore dell’Ufficio per la cultura della diocesi di Genova. All’iniziativa era presente il card. Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei. Al termine della presentazione, il card. Bagnasco ha ricordato che “il cristiano è chiamato ad essere libero ma non indipendente”, in particolar modo, “in un momento storico e culturale come quello che stiamo vivendo nel quale l’indipendenza culturale sembra essere il contrario della verità, quasi come se l’indipendenza personale fosse più importante della verità”.

Sacrario e scrigno. “Nel clima storico nel quale viviamo – ha aggiunto il card. Bagnasco – si assiste ad un capovolgimento di categorie” per cui “l’indipendenza personale sembra più importante della verità al punto che, per la cultura, avere un legame con la verità, con il bene, con il criterio morale, sembra essere un fatto negativo”. I cristiani, ha affermato il cardinale, “devono essere intelligentemente critici” e non farsi influenzare dalle visioni del mondo e dalle mode correnti. Il porporato ha parlato inoltre della coscienza, spiegando che “oggi viene intesa come una scatola da riempire a beneplacito dell’individuo”. Ma la coscienza, ha aggiunto, “è un sacrario, dove Dio ha deposto l’eco di sé stesso, ed uno scrigno, che deve però essere continuamente purificato dai miasmi delle opinioni comuni che rischiano di oscurarla e soffocarla”.

Da anglicano a cattolico. L’opera presentata a Genova permette di seguire da vicino il percorso vocazionale che ha portato Newman a lasciare il ruolo di ministro della Chiesa anglicana per abbracciare il sacerdozio cattolico e la vita oratoriana. Il volume rappresenta quindi una documentazione completa in merito al rapporto tra Newman e l’Oratorio e permette di comprendere a fondo l’identità e la continuità della sua vita sacerdotale. Gli scritti, per la maggior parte finora inediti in Italia, fanno comprendere come la sua scelta non fu semplicemente di ordine pratico, ma l’esito maturo di una riflessione profonda sulla vocazione personale e quella del gruppo dei discepoli che si erano raccolti intorno a lui. L’idea di sacerdote che emerge a tutto tondo dalle riflessioni di Newman, fedele all’impostazione di san Filippo Neri, è una profonda espressione del suo cammino spirituale. Lo studio di padre Murray ha messo inoltre in risalto un aspetto non secondario, ossia la prospettiva ecumenica, perché Newman prete oratoriano, non ha mai inteso il suo sacerdozio come una rottura con la sua passata esperienza di ministro anglicano.

La vocazione oratoriana. “I testi di Newman sull’Oratorio – ha affermato padre Edoardo Aldo Cerrato durante la presentazione – mostrano chiaramente quanto la vocazione oratoriana abbia segnato la vita e l’opera del prossimo beato e quanto profonda sia stata la sua appartenenza all’Oratorio”. Un’appartenenza che ha segnato molti anni della sua esistenza. “Infatti – ha proseguito padre Cerrato – il cardinale ha vissuto metà della sua vita, dentro la Chiesa cattolica, ed il suo ministero e la sua opera pastorale, come sacerdote cattolico, sono indissolubilmente legati all’Oratorio e all’opera di San Filippo”. “Il futuro Beato – ha proseguito il procuratore generale – fu oratoriano con la profondità che caratterizzò ogni scelta della sua vita e ogni opera intrapresa” tanto che fu sempre forte il suo desiderio “di svolgere la propria vita in una comunità caratterizzata da un acuto senso della cultura e dal gusto innato per l’umanesimo, dal rispetto per le persone”. Il cardinale Newman, ha affermato ancora padre Cerrato, ha mostrato “un’intelligenza poderosa e una spiritualità profonda” ed ha realizzato una “sintesi nuova tra ‘devozione’ e ‘ragione’”. Per padre Cerrato, infine, “san Filippo Neri e l’Oratorio, facilitarono la sua felice sintesi tra pietà e cultura di cui egli trovò altissima espressione nell”Umanesimo Devoto’ di san Francesco di Sales tanto che non è senza significato che il cardinale abbia posto l’immagine del Santo sopra l’altare della sua cappella privata nell’Oratorio di Birmingham come non è senza rilievo che, proprio da un testo del Santo, Newman abbia tratto per il suo stemma cardinalizio il motto ‘Cor ad cor loquitur’”. 

Una singolare similitudine. Nel suo saluto introduttivo, il direttore dell’Ufficio per la cultura della diocesi di Genova, padre Mauro De Gioia, ha definito il volume “uno strumento prezioso per conoscere vita, opere di Newman e Oratorio” ed ha ricordato come per Newman “lo stile familiare dell’Oratorio fosse quello per lui più congeniale dal punto di vista pratico, in quanto il più simile a quello di un college inglese”.