Convegno su Giovanni Antinori

Il Procuratore Generale, trattenuto a Roma in occasione del Concistoro, è rappresentato dal dr. Alberto Bianco, segretario della Procura Generale, al Convegno organizzato a Camerino sulla figura dell’architetto camerte Giovanni Antinori (Camerino 1734-Roma 1792), progettista del grandioso complesso oratoriano di Treia ed attivo a Roma dove rimangono numerose espressioni della sua arte.

Ringraziando per il cortese invito, il Procuratore Generale invia ai Convegnisti il saluto che riportiamo:

L’invito a partecipare al Convegno che oggi si tiene a Camerino sull’architetto camerte Giovanni Antinori mi è giunto graditissimo, e subito ho aderito con grande interesse all’iniziativa. 

Poiché la celebrazione del Concistoro per la creazione dei Cardinali, fissata in data odierna dal Santo Padre Benedetto XVI, mi obbliga a restare a Roma per l’omaggio ai nuovi Porporati, alcuni dei quali legati, in vari modi, alla nostra Congregazione, desidero porgere all’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Macerata, tramite il segretario della Procura Generale che mi rappresenta, il saluto della Confederazione Oratoriana e le più vive felicitazioni per l’organizzazione del Convegno.

Nella terra marchigiana – che ha visto nascere a San Severino la prima Casa Filippina sorta fuori Roma – tra la fine del XVI secolo ed il XVIII la Congregazione dell’Oratorio ha avuto una tale diffusione da permettere di considerare questa Regione “la più oratoriana d’Italia”, come testimoniano i preziosi monumenti di fede e di arte lasciati dagli Oratoriani a Fermo, a Camerino, a Fano, a Ripatransone, a Fabriano, a Pesaro, a Fossombrone, ad Urbino, a Jesi, a Matelica, a Montefiore, a Macerata, ad Ancona, ad Ascoli, ad Osimo, a Recanati, a Cingoli, a Cagli, a Senigallia, a S. Elpidio e a Treia, dove Giovanni Antinori progettò importanti interventi nel complesso oratoriano.


Ricordando tali illustri monumenti – alcuni dei quali ho avuto modo di visitare con l’ammirazione che tutti condividono – non posso dimenticare l’apporto prezioso dato dalle Marche alla Congregazione dell’Oratorio anche mediante il dono di uomini giunti a Roma per unirsi all’opera di san Filippo Neri: i padri Antonio Talpa, di San Severino, Alessandro e Germanico Fedeli, di Ripatransone, Flaminio Ricci e Pietro Consolini, di Fermo, per citare soltanto i primi e più illustri, i quali hanno svolto nella nascita e nello sviluppo della Congregazione Oratoriana un ruolo altamente significativo.

La fede cristiana vissuta appassionatamente da Filippo Neri, figlio di Firenze, divenuto romano di adozione, la sua sensibilità verso tutte le forme della bellezza, la sua valutazione della positività della realtà, sono all’origine della tradizione religiosa e culturale trasmessa lungo i secoli, in Italia e in tante Nazioni, dalla singolare opera educativa dell’Oratorio, che privilegia, nella sua proposta, il fascino della Verità, della Bellezza e della Bontà, e che propone un rapporto di amicizia umana orientato dalla luce di Cristo, Mistero di Bellezza entrato nella storia con l’avvenimento dell’Incarnazione di cui le Marche conservano preziosa memoria nella Santa Casa di Loreto. 

In questa tradizione ha la propria radice l’opera realizzata dalle Case Oratoriane delle Marche anche sul piano artistico, messa in luce da recenti studi e pregevoli pubblicazioni.


Giovanni Antinori, lavorando al complesso oratoriano di Treia, si inserisce felicemente in questa storia di fede e di bellezza di cui noi Oratoriani siamo fieri e del cui proseguimento sentiamo tutta la responsabilità, consapevoli che si tratta di un patrimonio di valori che stanno alla base dell’opera educativa di cui la società sempre ha immenso bisogno, ed oggi più che mai.

Ringraziando per la sensibilità e la cortesia con cui mi è stato rivolto l’invito, auguro fruttuosi risultati al Convegno che oggi si svolge a Camerino, nell’attesa che un’altra occasione mi consenta, ancora una volta, di ammirare la bellezza della terra marchigiana e dei suoi preziosi monumenti.


Saluto con deferenza e simpatia le Autorità e tutti i presenti ed esprimo il più convinto apprezzamento per un incontro come quello odierno che – facendo luce sul patrimonio storico, religioso e culturale dal quale la civiltà italiana ha attinto la fecondità che tutti ammirano – è un grande segno di amore per il presente e di speranza per il futuro.

Edoardo Aldo Cerrato, C.O.
Procuratore Generale