Via Crucis con P. G. Frassati

Il P. Procuratore Generale presiede presso il Policlinico romano “Umberto I” la Via Crucis di un gruppo di giovani che si preparano alla Giornata mondiale della Gioventù ricordando il beato Pier Giorgio Frassati nel giorno del suo compleanno che cade, quest’anno, nel Venerdì santo.

Il Santo Padre Benedetto XVI ha scritto, infatti, nel suo Messaggio: «Potrebbe rimanere nel nostro cuore la domanda se veramente è possibile vivere nella gioia anche in mezzo alle tante prove della vita, specialmente le più dolorose e misteriose, se veramente seguire il Signore, fidarci di Lui dona sempre felicità. La risposta ci può venire da alcune esperienze di giovani come voi che hanno trovato proprio in Cristo la luce capace di dare forza e speranza, anche in mezzo alle situazioni più difficili. Il beato Pier Giorgio Frassati (1901-1925) ha sperimentato tante prove nella sua pur breve esistenza, tra cui una, riguardante la sua vita sentimentale, che lo aveva ferito in modo profondo. Proprio in questa situazione, scriveva alla sorella: “Tu mi domandi se sono allegro; e come non potrei esserlo? Finché la Fede mi darà forza sempre allegro! Ogni cattolico non può non essere allegro… Lo scopo per cui noi siamo stati creati ci addita la via seminata sia pure di molte spine, ma non una triste via: essa è allegria anche attraverso i dolori” (Lettera alla sorella Luciana, Torino, 14 febbraio 1925). E il beato Giovanni Paolo II, presentandolo come modello, diceva di lui: “era un giovane di una gioia trascinante, una gioia che superava tante difficoltà della sua vita”» (Discorso ai giovani, Torino, 13 aprile 1980)» (Benedetto XVI, Messaggio per la XXVII Giornata Mondiale della Gioventù, 1 aprile 2012, §6).

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Missa Chrysmatis

La Procura Generale trasmette a tutte le Congregazioni Oratoriane l’OMELIA DEL SANTO PADRE pronunciata nella Messa crismale di questa mattina nella Basilica di S. Pietro.


Cari fratelli e sorelle!
 

In questa Santa Messa i nostri pensieri ritornano all’ora in cui il Vescovo, mediante l’imposizione delle mani e la preghiera, ci ha introdotti nel sacerdozio di Gesù Cristo, così che fossimo “consacrati nella verità” (Gv 17,19), come Gesù, nella sua Preghiera sacerdotale, ha chiesto per noi al Padre. Egli stesso è la Verità. Ci ha consacrati, cioè consegnati per sempre a Dio, affinché, a partire da Dio e in vista di Lui, potessimo servire gli uomini. Ma siamo consacrati anche nella realtà della nostra vita? Siamo uomini che operano a partire da Dio e in comunione con Gesù Cristo? Con questa domanda il Signore sta davanti a noi, e noi stiamo davanti a Lui.

“Volete unirvi più intimamente al Signore Gesù Cristo e conformarvi a Lui, rinunziare a voi stessi e rinnovare le promesse, confermando i sacri impegni che nel giorno dell’Ordinazione avete assunto con gioia?” Così, dopo questa omelia, interrogherò singolarmente ciascuno di voi e anche me stesso. Con ciò si esprimono soprattutto due cose: è richiesto un legame interiore, anzi, una conformazione a Cristo, e in questo necessariamente un superamento di noi stessi, una rinuncia a quello che è solamente nostro, alla tanto sbandierata autorealizzazione. È richiesto che noi, che io non rivendichi la mia vita per me stesso, ma la metta a disposizione di un altro – di Cristo. Che non domandi: che cosa ne ricavo per me?, bensì: che cosa posso dare io per Lui e così per gli altri? O ancora più concretamente: come deve realizzarsi questa conformazione a Cristo, il quale non domina, ma serve; non prende, ma dà – come deve realizzarsi nella situazione spesso drammatica della Chiesa di oggi? Di recente, un gruppo di sacerdoti in un Paese europeo ha pubblicato un appello alla disobbedienza, portando al tempo stesso anche esempi concreti di come possa esprimersi questa disobbedienza, che dovrebbe ignorare addirittura decisioni definitive del Magistero – ad esempio nella questione circa l’Ordinazione delle donne, in merito alla quale il beato Papa Giovanni Paolo II ha dichiarato in maniera irrevocabile che la Chiesa, al riguardo, non ha avuto alcuna autorizzazione da parte del Signore. La disobbedienza è una via per rinnovare la Chiesa? Vogliamo credere agli autori di tale appello, quando affermano di essere mossi dalla sollecitudine per la Chiesa; di essere convinti che si debba affrontare la lentezza delle Istituzioni con mezzi drastici per aprire vie nuove – per riportare la Chiesa all’altezza dell’oggi. Ma la disobbedienza è veramente una via? Si può percepire in questo qualcosa della conformazione a Cristo, che è il presupposto di un vero rinnovamento, o non piuttosto soltanto la spinta disperata a fare qualcosa, a trasformare la Chiesa secondo i nostri desideri e le nostre idee?

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In Coena Domini

Per tutti i sacerdoti delle Congregazioni dell’Oratorio e per le loro intenzioni il P. Procuratore Generale ha presieduto la S. Messa in Coena Domini in S. Maria in Vallicella. Riportiamo l’omelia e rinnoviamo gli auguri a coloro che celebrano particolari anniversari di Ordinazione.

60.mo
P. Siegfrid Hübner (C.O. Leipzig) 27.04; P. Ludwig Bopp (C.O. Heidelberg) 25.05; P. Hermann Seifermann (C.O. München) 25.05; P. Herbert Thoenes (C.O. Aachen) 25.07.
 

50.mo
P. Miguel G. Guerrero (C.O. Guanajuato) 14.01; P. Santiago Marco Ariza (C.O. Tudela) 21.04; P. Jonathan Robinson (C.O. Toronto) 13.05; P. Tadeuzs Pakuła (C.O. Radom) 24.06; P. Czeslaw Szymański (C.O. Studzianna) 24.06.
 

25.mo
P. Jesus Gomez Centeno (C.O. Tlalnepantla) 3.05; P. Renato Fasani (C.O. Brescia) 24.05: P. Tiziano Sterli (C.O. Brescia) 24.05; P. Thomas Trottier (C.O. Toronto) 6.06; P. Antonio Gobbo (C.O. Torino) 7.06.

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Nuova pubblicazione su Newman

Le Edizioni San Paolo pubblicano un breve testo di P. Edoardo Aldo Cerrato sul beato John Henry Newman. Il volume sarà in libreria nei prossimi giorni.

Presentazione

La beatificazione che il 19 settembre 2010 Benedetto XVI ha compiuto personalmente, in deroga a norme da lui stesso stabilite, è stata per molti l’occasione di scoprire che John Henry Newman, gigante del pensiero – «Non dubiti, Newman sarà un giorno dottore della Chiesa» aveva confidato già Pio XII a Jean Guitton – è un cristiano che ha molto da dire anche a chi non appartiene al mondo accademico ed intellettuale.
 

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Auguri di Pasqua del Procuratore Generale

Trasmettiamo il messaggio pasquale del P. Procuratore Generale.

In Resurrectione Domini MMXII

Riviviamo la Pasqua del Signore, che è anche Pasqua nostra, la reale possibilità, per noi, di una vita davvero nuova!

La nostra esistenza di ogni giorno sembra contraddire questo fatto: ci vediamo con gli stessi difetti, le stesse difficoltà, gli stessi peccati; e ci sembra che nulla cambi lungo lo scorrere del tempo… Siamo talora tentati di pensare che questo annuncio di novità sia un bell’annuncio poetico, una bella favola, ma favola…

La vita nuova che ci viene donata non è nuova perché il peccato, il limite, scompaiono dalla nostra esistenza, e la fragilità e le debolezze siano eliminate… La novità è il fatto che la redenzione è in atto: il Signore ci accoglie nel Suo abbraccio salvifico, così come siamo; ci accoglie nell’umano che noi gli consegniamo, e ci rende capaci di guardare i nostri limiti e i limiti altrui con la serenità di chi è certo di essere guardato con amore, con una compassione infinitamente superiore ai nostri limiti e alla nostra stessa malvagità.

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