Newman e la Sicilia

Il P. Procuratore Generale invia un cordiale saluto al Relatore, prof. don Rino La Delfa, preside della Pontificia Facoltà Teologica di Sicilia, e ai partecipanti all’Incontro accademico promosso dalla Congregazione dell’Oratorio di Acireale, con la partecipazione della Accademia di Scienze, lettere e belle arti degli Zelanti e dei Dafnici, il MEIC e la FUCI sul tema “La via della conoscenza. La vicenda siciliana di Newman” che si tiene in data odierna nei locali della Biblioteca Zelantea.

PP. Benedetto XVI e Newman

Anche in recenti interventi di alto profilo il Santo Padre ha continuato a fare riferimento al beato J. H. Newman: sabato 5 febbraio nell’omelia della S. Messa di consacrazione di cinque nuovi Vescovi, e questa mattina nel discorso alla Riunione Plenaria della Congregazione per l’Educazione Cattolica. 

Riportiamo i due passi:

1. «”Erant perseverantes” […]: la perseveranza, l’assiduità, appartiene all’essenza dell’essere cristiani ed è fondamentale per il compito dei Pastori, degli operai nella messe del Signore. Il Pastore non deve essere una canna di palude che si piega secondo il soffio del vento, un servo dello spirito del tempo. L’essere intrepido, il coraggio di opporsi alle correnti del momento appartiene in modo essenziale al compito del Pastore. Non deve essere una canna di palude, bensì – secondo l’immagine del Salmo primo – deve essere come un albero che ha radici profonde nelle quali sta saldo e ben fondato. Ciò non ha niente a che fare con la rigidità o l’inflessibilità. Solo dove c’è stabilità c’è anche crescita. Il cardinale Newman, il cui cammino fu marcato da tre conversioni, dice che vivere è trasformarsi. Ma le sue tre conversioni e le trasformazioni in esse avvenute sono tuttavia un unico cammino coerente: il cammino dell’obbedienza verso la verità, verso Dio; il cammino della vera continuità che proprio così fa progredire».

2. «E’ importante rendere sempre più solido il legame tra la teologia e lo studio della Sacra Scrittura, in modo che questa ne sia realmente l’anima e il cuore (cfr. Verbum Domini, 31). Ma il teologo non deve dimenticare di essere anche colui che parla a Dio. E’ indispensabile, quindi, tenere strettamente unite la teologia con la preghiera personale e comunitaria, specialmente liturgica. La teologia è scientia fidei e la preghiera nutre la fede. Nell’unione con Dio, il mistero è, in qualche modo, assaporato, si fa vicino, e questa prossimità è luce per l’intelligenza. Vorrei sottolineare anche la connessione della teologia con le altre discipline, considerando che essa viene insegnata nelle Università cattoliche e, in molti casi, in quelle civili. Il beato John Henry Newman parlava di “circolo del sapere”, circle of knowledge, per indicare che esiste un’interdipendenza tra le varie branche del sapere; ma Dio e Lui solo ha rapporto con la totalità del reale; di conseguenza eliminare Dio significa spezzare il circolo del sapere. In questa prospettiva le Università cattoliche, con la loro identità ben precisa e la loro apertura alla “totalità” dell’essere umano, possono svolgere un’opera preziosa per promuovere l’unità del sapere, orientando studenti ed insegnanti alla Luce del mondo, la “luce vera che illumina ogni uomo” (Gv 1,9)».

Newman a “Propaganda Fide”

L’Osservatore Romano riporta nel numero odierno l’intervento con cui Sua Eminenza il cardinale Ivan Dias, Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, ha inaugurato il Museo Missionario di Propaganda Fide. Riportiamo il passo riguardante il B. John Henry Newman a cui è stata dedicata la cappella dove egli ricevette il 30 maggio 1846 l’Ordinazione sacerdotale. «Un altro luogo significativo in questo artistico e storico Palazzo di Propaganda è la cappella dedicata al Beato John Henry Newman. Egli, dopo la sua conversione al cattolicesimo, fu consigliato di andare, insieme all’amico Ambrose St. John, al Collegio di Propaganda per la formazione al presbiterato. 

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Film su Newman

Riportiamo la presentazione del film fatta dalla regista Liana Marabini che sarà portato sugli schermi da Murray Abraham (premio Oscar per “Amadeus”).

Un film è un modo accessibile a tutti per conoscere un personaggio o un’epoca storica, ma è anche un potente mezzo di evangelizzazione. Ho deciso di fare un film su Newman, non solo perché ho un amore personale e sconfinato per la teologia e la spiritualità di Newman (e soprattutto per la fusione tra le due), ma anche perché lo considero un esempio per i nostri contemporanei, specialmente per i sacerdoti, che mi stanno molto a cuore. Infatti, loro sono gli eroi dei miei film e The Unseen World non fa eccezione: è un film su un uomo, già famoso nel suo tempo, grande teologo, scrittore di successo, ma soprattutto prete.

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