John H. Newman: logos e dialogo

Il 26 e 27 marzo l’Università Cattolica del Sacro Cuore ospita a Milano un Convegno Internazionale dedicato al cardinale inglese e al suo insegnamento, in occasione del 130.mo anniversario della Porpora Romana conferita all’Oratoriano inglese da Papa Leone XIII. 

“Nella convinzione del grande valore dell’attualità e rilevanza culturale, oltre che ecclesiale, della figura e dell’opera di Newman – si legge nel comunicato – il Centro di Ateneo per la dottrina sociale della Chiesa dell’Università Cattolica, diretto dal professor Evandro Botto, in collaborazione con l’International Centre of Newman Friends, diretto da p. Hermann Geissler, promuovono un convegno internazionale interamente dedicato al cardinale inglese e al suo insegnamento”.

Il Convegno John Henry Newman: logos e dialogo – di cui riproduciamo il programma – avrà come tema centrale la nozione newmaniana di ragione (tanto cara anche a Benedetto XVI) nella sua valenza di ‘ragione incarnata’ nella vita, vivificata dalla fede e dunque in grado di fondare il dialogo tra tutti gli uomini nelle loro diverse appartenenze. Il cuore del pensiero newmaniano sarà presentato da molteplici punti di vista, toccando la filosofia, la teologia, la storia, attraverso le relazioni di alcuni tra i più prestigiosi studiosi mondiali che negli ultimi decenni hanno contribuito ad approfondire e trasmettere il lavoro di Newman. 

Nell’occasione diamo notizia che sulla figura di Newman la rivista dell’Università Cattolica Vita e Pensiero (1/2009) dedica un interessante articolo (John Henry Newman, un pensatore scomodo) che riproduce il confronto tra Francesco Cossiga ed Elio Guerriero sul pensatore oratoriano.

» Programma

Omaggio al Ven. Newman

Nell’Oratorio di Barcelona-Gracia (Spagna), a cura della locale Congregazione e dell’Oratorio Secolare di Valencia, la dr.ssa Emilia Bea, dell’Università di Valencia, tiene una conferenza su “John Henry Newman, Simone Weil: ricerca della verità e santità con genio”. Il Procuratore Generale invia il saluto della Confederazione.

Traslazione delle Reliquie del Ven. Newman

Nella chiesa dell’Oratorio di Birmingham (Regno Unito) il Procuratore Generale partecipa alla S. Messa presieduta da Sua Grazia l’Arcivescovo di Birmingham, Most Rev. Vincent Nichols, con altri Vescovi d’Inghilterra, durante la quale le Reliquie del Ven. Card. John Henry Newman sono trasferiti nella chiesa. Sono presenti Sua Altezza Reale la Principessa Michela di Kent, l’Ambasciatore di Inghilterra presso la Santa Sede, Sua Ecc.za Francis Campbell; il Lord Mayor di Birmingham, il Presidente dell’Oriel College di Oxford; i Parenti del Card. Newman.

Il R. P. Werner Christoph Brahtz, C.O. di Wien, rappresenta il Rev.mo P. Felix Selden, Delegato della Sede Apostolica. Impossibilitato ad essere presente alla celebrazione domenicale, Sua Eminenza Rev.ma il Card. Cormac Murphy-O’Connor, arcivescovo di Westminster, rende omaggio alle Reliquie del ven. John Henry Newman sabato 1 novembre, celebrando alle ore 8 la S. Messa.

Riportiamo, in questa occasione, dal sito “Amici di Newman”, i “Pensieri del Cardinale Joseph Ratzinger (Papa Benedetto XVI) su John Henry Newman”.

Documenti

Riesumate le Reliquie di J. H. Newman

La Congregazione dell’Oratorio di Birmingham comunica alla Procura Generale che il 2 ottobre u. s. si è compiuta nel cimitero di Rednal la riesumazione delle Reliquie del Ven. Card. John Henry Newman. Quanto resta delle spoglie mortali del Venerabile sarà trasferito nella chiesa dell’Oratorio il 2 novembre prossimo, nel corso di una Santa Messa celebrata da Sua Grazia l’Arcivescovo di Birmingham mons. Vincent Gerard Nichols, alla presenza di S.E.R. mons. Faustino Sainz Munoz, Nunzio Apostolico nel Regno Unito; il Procuratore Generale vi parteciperà in rappresentanza dell’intera Confederazione Oratoriana.

John Henry Newman: «Ex umbris et imaginibus ad veritatem»

Riportiamo un articolo della rivista “Tempi”:

Prima che venga notte
John H. Newman, spinto a pensare a Dio da un mondo

che vive per smentirne la presenza

di Marina Corradi 

Dalla Apologia pro vita sua di John Henry Newman, il teologo anglicano ottocentesco convertito al cattolicesimo: «Se partendo dall’esistenza di Dio (della quale io sono certo come della mia stessa esistenza) io guardo fuori dal mio Io, al mondo degli uomini, vedo uno spettacolo che mi riempie di sgomento indicibile. Sembra che il mondo smentisca in pieno quella grande verità che permea tutto il mio essere, con un effetto, logicamente e necessariamente così sconcertante per me come se sentissi negare la mia propria esistenza. Se guardassi in uno specchio e non ci vedessi il mio volto proverei quel che provo quando guardo questo mondo vivente e affaccendato, e non ci vedo il riflesso del suo Creatore».

E il cardinale inglese nato centocinquant’anni prima di te improvvisamente sembra vicino. È, quello sguardo smarrito sulla opacità delle cose, simile al tuo, spaventato, di un lontano giorno di seconda media, un giorno come un altro, in cui come sempre andavi a scuola. Lungo la strada consueta, al solito angolo di Brera, alzando gli occhi – i palazzi in una giornata grigia, il traffico, le facce assorte dei milanesi – d’improvviso avevi visto un’altra realtà. Non uomini, case, storie, ma solo materia: cemento, asfalto, lamiera, carne, assemblati in un modo apparentemente casuale e sgraziato; e tu in mezzo, materia anche tu, cosa; e tutto, così assurdo. In un acuto spavento: possibile che il mondo in un momento si fosse fatto quell’allinearsi cieco di apparenze? E perché tu, pur essendo “materia”, pensavi, e con tanto dolore? Eri matta, o caduta in un maligno incantesimo?

La vertigine durò pochi secondi. Poi la fontana, la chiesa di Sant’Angelo, le case tornarono come sempre: cose degli uomini, orme del loro destino. Ma quel balenio d’angoscia ti è rimasto per sempre, in una sbalordita memoria. Era un universo senza più alcun segno; cose senza origine né senso; roba. («Se guardassi in uno specchio e non ci vedessi il mio volto, proverei quel che provo quando guardo questo mondo vivente e non ci vedo il riflesso del suo Creatore»).

Il mondo opaco, trasfigurato come in un paesaggio urbano di Sironi: la città come quinte di teatro, livide, a nascondere pudicamente il nulla. Ma Newman di quello sguardo atterrito seppe fare un tesoro. «Ex umbris et imaginibus ad veritatem», scrissero nel suo epitaffio. Per lui, ha scritto il cardinale Giacomo Biffi, «il mondo visibile è una foresta di segni: è il mondo delle ombre e delle immagini che alludono e rimandano alla realtà vera e piena». Dunque quel “non vedere” può essere dato per vedere di più; per imparare uno sguardo che buchi la superficie ottusa delle cose. Come un addestramento: vedere non con gli occhi, ma in virtù di una ostinata domanda. Che è la grazia che vorresti per i tuoi figli: dentro al mondo, come in una foresta di segni.

(Tempi, 19 giugno 2008)

John Henry Newman sul sito Petrus

Siamo lieti di riprodurre l’articolo di Mauro Bontempi, apparso oggi su “Petrus. Il quotidiano on-line sul Pontificato di Benedetto XVI”.

John Henry Newman: Dottore della Chiesa, pellegrino della Fede 
e precursore di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI
 di Mauro Bontempi

CITTA’ DEL VATICANO – “Il segno caratteristico del grande dottore nella Chiesa mi sembra essere quello di non insegnare solo con il pensiero e i discorsi, ma anche con la sua vita”. E’ il pensiero conclusivo del Cardinale Joseph Ratzinger, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, al termine di un partecipe omaggio alla memoria di John Henry Newman. Quest’uomo, che presto (et pour cause) Benedetto XVI dichiarerà beato, incarna il modello del “pellegrino della fede”: la sua è la storia di una “conversione in fieri”. “Newman – concludeva Ratzinger nel 1990 – appartiene ai grandi dottori della Chiesa, perché egli nello stesso tempo tocca il nostro cuore e illumina il nostro pensiero”.

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