Pellegrinaggio alla Basilica di Guadalupe

Il P. Procuratore Generale concelebra la Santa Messa insieme ai Padri della Federazione Messicana durante il pellegrinaggio annuale alla Basilica di Nostra Signora di Guadalupe (Città del Messico). Ha presieduto la celebrazione S.E.R. Mons. Eugenio Lira Rugarcia, vescovo ausiliare di Puebla.

Il P. Procuratore Generale in Chiesa Nuova

Il P. Procuratore Generale concelebra in Chiesa Nuova la S. Messa di ringraziamento presieduta da S. E. mons. Edoardo Aldo Cerrato, C.O., per la Comunità dei fedeli della Vallicella. Mons. Cerrato presenta il nuovo Procuratore ricordando gli anni (1995-1998) in cui P. Mario Alberto Avilés visse, come studente, nella Casa di Roma, e gli porge i più fraterni auguri per il suo compleanno, che proprio il 16 settembre ricorre.

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Congresso Generale 2012 (VII), Udienza Pontificia

In mattinata, nel corso dell’Udienza Pontificia, il Congresso Generale rende omaggio a Sua Santità Benedetto XVI. Nel pomeriggio continua il dibattito in Assemblea.

Nel corso dell’Udienza Generale tenutasi nell’Aula Paolo VI in Vaticano, il Santo Padre Benedetto XVI ha formulato paterni auguri alla Confederazione dell’Oratorio riunita in Congresso Generale e si è felicitato con S. E. Mons. Edoardo Aldo Cerrato per la bellezza e la dignità della celebrazione – di cui si è detto informato – svoltasi nella chiesa di S. Maria in Vallicella, in occasione dell’Ordinazione episcopale; ed ha rinnovato il medesimo apprezzamento al nuovo Procuratore Generale, il Rev.mo P. Mario Alberto Avilés, eletto a succedere a Mons. Cerrato il 10 settembre. Ha formulato a Mons. Cerrato i migliori auguri per il suo nuovo ministero in Ivrea ed ha invitato il P. Procuratore Generale a farsi portatore del desiderio che il carisma di S. Filippo Neri sia sempre più intensamente vissuto.

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Prima Messa episcopale di Mons. E. A. Cerrato

In S. Maria in Vallicella S. E. il P. Procuratore Generale ha celebrato la prima S. Messa dopo l’Ordinazione Episcopale. Ai numerosi presenti ha rivolto l’omelia che riportiamo.

Carissimi Fratelli e Sorelle,
Sia lodato Gesù Cristo!

1. Dopo la solennissima celebrazione di ieri sera, in cui sono risuonate le parole del Mandato Apostolico del nostro Vescovo, il Santo Padre Benedetto XVI, e quelle bellissime della Liturgia di Ordinazione Episcopale che ha preso la mia indegnità e ne ha fatto un Successore degli Apostoli, torniamo in Chiesa Nuova, innalzata da Padre Filippo a gloria di Dio e in onore di Maria, Vergine e Madre, su questo suolo di Roma bagnato dal sangue di Pietro e di Paolo e di tanti Martiri, impreziosito dalla testimonianza dei tanti Santi che vi sono vissuti.

E vi ritorniamo nella semplicità solenne della Liturgia domenicale, nella quale, noi fedeli di questa chiesa, vi accogliamo con gioia, carissimi amici di Ivrea, di Biella e di tanti altri luoghi…

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Incontro Amici dell’Oratorio

In occasione dell’Incontro degli Amici dell’Oratorio della Federazione dell’Italia Settentrionale che si tiene quest’anno presso la Congregazione di Mondovì, il P. Procuratore Generale presiede la S. Messa nella chiesa oratoriana, che recenti lavori di restauro hanno riportato all’antico splendore. Ricordando che il prossimo anno, 2013, si compiranno quattro secoli dalla fondazione in terra piemontese della prima Congregazione filippina – Casale Monferrato –, traendo spunto dalla odierna festa dell’evangelista san Marco e dall’opera di evangelizzazione della Chiesa lungo i secoli, il p. Procuratore Generale, ha presentato nell’omelia la figura del ven. Giovanni Battista Trona, illustre membro della Congregazione Monregalese, le cui spoglie mortali si venerano nel sepolcro presso il presbiterio.

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Missa Chrysmatis

La Procura Generale trasmette a tutte le Congregazioni Oratoriane l’OMELIA DEL SANTO PADRE pronunciata nella Messa crismale di questa mattina nella Basilica di S. Pietro.


Cari fratelli e sorelle!
 

In questa Santa Messa i nostri pensieri ritornano all’ora in cui il Vescovo, mediante l’imposizione delle mani e la preghiera, ci ha introdotti nel sacerdozio di Gesù Cristo, così che fossimo “consacrati nella verità” (Gv 17,19), come Gesù, nella sua Preghiera sacerdotale, ha chiesto per noi al Padre. Egli stesso è la Verità. Ci ha consacrati, cioè consegnati per sempre a Dio, affinché, a partire da Dio e in vista di Lui, potessimo servire gli uomini. Ma siamo consacrati anche nella realtà della nostra vita? Siamo uomini che operano a partire da Dio e in comunione con Gesù Cristo? Con questa domanda il Signore sta davanti a noi, e noi stiamo davanti a Lui.

“Volete unirvi più intimamente al Signore Gesù Cristo e conformarvi a Lui, rinunziare a voi stessi e rinnovare le promesse, confermando i sacri impegni che nel giorno dell’Ordinazione avete assunto con gioia?” Così, dopo questa omelia, interrogherò singolarmente ciascuno di voi e anche me stesso. Con ciò si esprimono soprattutto due cose: è richiesto un legame interiore, anzi, una conformazione a Cristo, e in questo necessariamente un superamento di noi stessi, una rinuncia a quello che è solamente nostro, alla tanto sbandierata autorealizzazione. È richiesto che noi, che io non rivendichi la mia vita per me stesso, ma la metta a disposizione di un altro – di Cristo. Che non domandi: che cosa ne ricavo per me?, bensì: che cosa posso dare io per Lui e così per gli altri? O ancora più concretamente: come deve realizzarsi questa conformazione a Cristo, il quale non domina, ma serve; non prende, ma dà – come deve realizzarsi nella situazione spesso drammatica della Chiesa di oggi? Di recente, un gruppo di sacerdoti in un Paese europeo ha pubblicato un appello alla disobbedienza, portando al tempo stesso anche esempi concreti di come possa esprimersi questa disobbedienza, che dovrebbe ignorare addirittura decisioni definitive del Magistero – ad esempio nella questione circa l’Ordinazione delle donne, in merito alla quale il beato Papa Giovanni Paolo II ha dichiarato in maniera irrevocabile che la Chiesa, al riguardo, non ha avuto alcuna autorizzazione da parte del Signore. La disobbedienza è una via per rinnovare la Chiesa? Vogliamo credere agli autori di tale appello, quando affermano di essere mossi dalla sollecitudine per la Chiesa; di essere convinti che si debba affrontare la lentezza delle Istituzioni con mezzi drastici per aprire vie nuove – per riportare la Chiesa all’altezza dell’oggi. Ma la disobbedienza è veramente una via? Si può percepire in questo qualcosa della conformazione a Cristo, che è il presupposto di un vero rinnovamento, o non piuttosto soltanto la spinta disperata a fare qualcosa, a trasformare la Chiesa secondo i nostri desideri e le nostre idee?

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