L’Oratorio di Palermo ebbe numerosissimi Padri illustri per santità di vita e per opere apostoliche memorabili; tra di essi particolare rilievo assumono il Sv. di Dio Marco Antonio Ribaudengo (1703-1764), il Ven. Ignazio Capizzi (1708-1783) e il Sv. di Dio Giorgio Guzzetta (1682-1756).
Padre Ribaudengo, nato a Trapani il 1 novembre 1703, ma vissuto con la famiglia, fin da fanciullo, a Palermo, si laureò in filosofia ed in teologia dai Gesuiti, ed entrò nel 1727 nella Congregazione dell’Oratorio per dedicarsi alla preghiera ed allo studio. Una grave forma di depressione spirituale, alimentata da una scrupolosità eccessiva, lo tenne per sette anni nell’incapacità di dedicarsi a qualunque forma di ministero.
Quando ne uscì, grazie alla guida paziente di P. Guzzetta, il suo zelo sacerdotale fu straordinario e lo condusse a scegliere per il suo ministero l’ambiente delle carceri e degli ospedali, a contatto con i più miseri dei figli del popolo. Per il suo esempio di fedeltà alle Costituzioni ed allo spirito dell’Oratorio per lunghi anni fu scelto come Maestro dei novizi.
Era solito dire: “Lo spedale è la trappola di questa povera gente, che per lo più vive lontana dai sacramenti; e qui solamente vi è speranza di coglierla”. Una volta alla settimana si recava all’Albergo dei Poveri, dove assieme al conforto spirituale portava cibo, vestiti e denaro; si dedicò su richiesta del Vescovo alla direzione spirituale delle Carmelitane Scalze del monastero di Sant’Anna e fondò una casa di Esercizi Spirituali.
Consunto più che dagli anni dal peso del lavoro apostolico, si preparò alla fine che arrivò, dopo una breve malattia, il 7 agosto 1764, mentre fissava un grande crocifisso posto di fronte al letto, “perché – esclamò – ad un grande peccatore si deve porre un gran crocifisso”.
Bibliografia
MARTORANA G., Vita del Servo di Dio Marco Antonio Ribaudengo, prete della Congregazione dell’Oratorio di Palermo, cavata dal Processo ordinario informativo, Palermo, 1796