Oratorio di San Filippo Neri

BIELLA

─ ─ ─ ─ ─ ─ ─ ─ ─ ─ ─ ─ ─ ─ ─ ─ ─ ─ ─ ─ ─ ─ ─ ─ ─ ─ ─ ─ ─ ─ ─ ─ ─ ─ ─ ─ ─ ─ ─

« Io non voglio altro se non la tua santissima volontà, o Gesù mio » (San Filippo Neri)

─ ─ ─ ─ ─ ─ ─ ─ ─ ─ ─ ─ ─ ─ ─ ─ ─ ─ ─ ─ ─ ─ ─ ─ ─ ─ ─ ─ ─ ─ ─ ─ ─ ─ ─ ─ ─ ─ ─

 

 

Home Page

CONGREGAZIONE

Presentazione

Storia

Comunità

Vocazione

ATTIVITÁ

Chiesa di S. Filippo

Oratorio Laicale

Altre attività

SERVIZI

Lettera del Padre

Sussidi

Verità e Carità

Link

Libro dei Visitatori

 

Lettera del Padre

Pasqua 2015

 

Il velo del Tempio.

Soffia il vento del deserto sulla tenda piantata leggermente più in alto dell’accampamento e ne scompiglia le cortine. È l’ora che porta al tramonto e l’aria si rinfresca un po’. Mosè si ferma a pensare alla sua storia, alla liberazione di questo popolo dall’Egitto la notte del sangue, in cui stipiti delle porte si tingevano di rosso acceso, notte in cui ci si mise in cammino. Lui, figlio del faraone di Egitto diventato pastore e poi guida di una folla…poi Dio gli aveva parlato ancora ed ora era sulla soglia della Sua Tenda, la Tenda del Convegno dove Dio stesso scendeva a discorrere con lui, come due vecchi amici.
 

Molti anni dopo, moltissimi anni dopo, il sommo sacerdote era sulla soglia del Santo dei Santi, separato da una cortina che definiva il luogo più sacro del Tempio di Gerusalemme. Fuori le mura avveniva la condanna che Pilato aveva inflitto al falegname galileo. Ancora sangue veniva versato. E questa architrave che reggeva il tempio si tingeva ancora di quel rosso vivo del sangue versato. Ma era tempo che al sommo sacerdote del Tempio Dio non appariva in visione e discorreva con lui.
 

Un grido:- Dio mio, Dio mio, perché…?!- ed ecco “il velo del tempio si squarciò in due da cima a fondo, la terra si scosse” (Mt 27,51) quella cortina, quel velo, quella tenda che separava Dio e l’uomo, si squarcia ed appare il mistero grande: Dio, l’Altissimo, l’Onnipotente…muore solo come un cane. E non ci eravamo accorti di nulla… basterà questo nuovo esodo, questa nuovo sangue, questo grande Amore perché l’uomo si accorga di essere amato da sempre? Basterà questa tenda strappata per vedere con chiarezza il volto dei fratelli così come li vede Dio?
 

Il velo del Tempio di ciascuno di noi che ci separa dal Santo dei Santi che è la nostra coscienza, lì dove Dio parla al nostro cuore; il velo del Tempio che ci separa dai fratelli di cui intravediamo la profondità e la fatica. Il velo che Gesù, il Cristo, il Figlio del Dio vivente ha strappato per sempre. Ora vedo, vediamo Dio faccia a faccia, osteso sulla croce. Questo è Dio. Crocifisso amore.
 

Così siamo chiamati ad avere uno sguardo sui fratelli che ci camminano a fianco, a lenire le ferite dei chiodi, a intravedere da quelle ferite una luce nuova.
 

Le ferite del Signore Gesù si trasformano in feritoie di luce, le ferite dei fratelli crocifissi sono feritoie di luce. Non c’è più il velo del Tempio, è distrutto per sempre. Solo feritoie di luce, solo luoghi aperti , cammini che riprendono, esodi che diventano canti di gioia. “Quando il Signore ricondusse i prigionieri di Sion, ci sembrava di sognare; allora la nostra bocca si aprì al sorriso, la nostra lingua si sciolse in canti di gioia” (salmo 125).
 

E’ la Pasqua del Signore, è la nostra Pasqua! C’è luce, c’è luce all’orizzonte! Vivere la Pasqua è camminare verso la luce.
 

Auguri, di cuore!

P. Giovanni