Oratorio di San Filippo Neri BIELLA |
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Lettera del Padre Pasqua 2015
Il velo del Tempio.
Molti anni dopo, moltissimi anni dopo, il
sommo sacerdote era sulla soglia del Santo dei Santi, separato da una
cortina che definiva il luogo più sacro del Tempio di Gerusalemme. Fuori
le mura avveniva la condanna che Pilato aveva inflitto al falegname
galileo. Ancora sangue veniva versato. E questa architrave che reggeva
il tempio si tingeva ancora di quel rosso vivo del sangue versato. Ma
era tempo che al sommo sacerdote del Tempio Dio non appariva in visione
e discorreva con lui.
Un grido:- Dio mio, Dio mio, perché…?!- ed
ecco “il velo del tempio si squarciò in due da cima a fondo, la terra si
scosse” (Mt 27,51) quella cortina, quel velo, quella tenda che separava
Dio e l’uomo, si squarcia ed appare il mistero grande: Dio, l’Altissimo,
l’Onnipotente…muore solo come un cane. E non ci eravamo accorti di
nulla… basterà questo nuovo esodo, questa nuovo sangue, questo grande
Amore perché l’uomo si accorga di essere amato da sempre? Basterà questa
tenda strappata per vedere con chiarezza il volto dei fratelli così come
li vede Dio?
Il velo del Tempio di ciascuno di noi che
ci separa dal Santo dei Santi che è la nostra coscienza, lì dove Dio
parla al nostro cuore; il velo del Tempio che ci separa dai fratelli di
cui intravediamo la profondità e la fatica. Il velo che Gesù, il Cristo,
il Figlio del Dio vivente ha strappato per sempre. Ora vedo, vediamo Dio
faccia a faccia, osteso sulla croce. Questo è Dio. Crocifisso amore.
Così siamo chiamati ad avere uno sguardo
sui fratelli che ci camminano a fianco, a lenire le ferite dei chiodi, a
intravedere da quelle ferite una luce nuova.
Le ferite del Signore Gesù si trasformano
in feritoie di luce, le ferite dei fratelli crocifissi sono feritoie di
luce. Non c’è più il velo del Tempio, è distrutto per sempre. Solo
feritoie di luce, solo luoghi aperti , cammini che riprendono, esodi che
diventano canti di gioia. “Quando il Signore ricondusse i prigionieri di
Sion, ci sembrava di sognare; allora la nostra bocca si aprì al sorriso,
la nostra lingua si sciolse in canti di gioia” (salmo 125).
E’ la Pasqua del Signore, è la nostra
Pasqua! C’è luce, c’è luce all’orizzonte! Vivere la Pasqua è camminare
verso la luce. Auguri, di cuore! P. Giovanni
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