Oratorio di San Filippo Neri

BIELLA

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« Io non voglio altro se non la tua santissima volontà, o Gesù mio » (San Filippo Neri)

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Lettera del Padre

Novembre 2012

 

Novembre… Beati voi!!

Sempre davanti come il pilota, essere anche meccanici, radiotelegrafista, navigatore. Rimanere in piedi quando gli altri si siedono, sorridere quando serrano i denti. Dare la propria acqua quando hanno sete, e il proprio cuore quando non ne hanno. Portare la fatica dei deboli. Rischiarare coloro che sono nel nero. Sperare per sei, volere per dieci. Poi la sera quando tutti tacciono, parlare per loro al Signore...

(Michel Menu)

Amici miei,

“Con te faremo cose grandi, il cammino che percorreremo insieme. Di te si riempiranno sguardi, la Speranza che risplenderà nei volti…”. Mi chiedo cosa vuol dire fare “cose grandi”…è forse una cosa grande alzarsi ogni mattina? Raggiungere la meta per quel giorno, piantare la tenda, salutare le stelle e ripartire? E’ forse una cosa grande salire una montagna fin là dove il cielo e la terra si confondono? Oppure una cosa grande è la fedeltà giornaliera al proprio lavoro o studio, l’accogliere ogni giorno una malattia, o sognare dopo tanto tempo l’amore per un uomo o una donna con la freschezza degli inizi…. E non venitemi a dire che sono piani diversi. Lo so bene, ma la “grandezza” è una sola! Questo tempo è un tempo di passaggio, un tempo che ha visto il tramonto di un’epoca e la nascita di un’altra che sta avvenendo.
 

Ma come tutte le nascite ci sono “le doglie del parto”. La Lettera ai Romani(8,22-24) dice: Sappiamo bene infatti che tutta la creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto; essa non è la sola, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l'adozione a figli, la redenzione del nostro corpo. Poiché nella speranza noi siamo stati salvati. Popoli in ansia, uomini e donne affaticati che si chiudono nelle poche certezze che ancora si riescono a scorgere, la fatica a scegliere “per sempre”, e così via…
 

E io, noi, che facciamo? Gioca, non stare a guardare!- dobbiamo assumerci la nostra responsabilità, è questo il momento storico in cui ciascuno di noi deve scegliere se stare dalla parte della luce o del buio, della speranza a tutti i costi o del lamentarsi e dell’affanno.
 

Senza fraintendimenti. “Con Te, faremo cose grandi!” “Con Te”…ecco la chiave di volta di tutto il nostro agire. Mai da soli, “sai, da soli non si può fare nulla”, ma con Te. E’ il Signore che ci chiama ad essere protagonisti di questo tempo insieme a Lui. Annunciatori e testimoni convinti che abbiamo di fronte tempi buoni, giorni sereni. E che questa serenità non dipende dalle cose, ma dal modo di vivere.
 

La Via Oratorii ci invita nella concretezza del quotidiano a riscoprire i segni della Provvidenza di Dio…, ci chiama e ci interroga sui valori essenziali della vita, su ciò che conta veramente, su come vogliamo mettere in pratica la vocazione che tutti noi abbiamo ricevuto di costruire un mondo a misura d’uomo e più solidale, onesto, sereno. Un mondo dove la Carità sia segno concreto del nostro essere di Cristo e dove abbia “stabile dimore la giustizia”.
 

Quando al tramonto dell’Impero di Roma i barbari premevano ai confini, un gruppo sparuto di uomini e donne che si chiamavano “cristiani” da un rabbi ebreo che era stato ucciso in croce. si rendevano disponibili all’accoglienza, alla condivisione, alla ricostruzione. Venne poi Benedetto da Norcia e i suoi monaci a costruire quella che oggi chiamiamo Europa. E dalla distruzione di un impero nacque un tempo nuovo di serenità e di speranza.
 

Tocca a me e a voi, meglio tocca a noi, indicare le mete, magari lontane, e la strada per raggiungerle. Solo chi ha vissuto in prima persona l’esperienza del Signore Risorto può indicare nuove vie di quotidianità eroica. Credo di poter dire che a nessuno di noi verrà chiesto di donare il sangue, ma la vita sì! Donare, offrire la vita per seminare Speranza. “Nella speranza siete stati salvati!”. Grande Paolo!
 

Allora seminare Speranza. Compito affascinante e splendido. Seminare la Speranza nel cuore degli uomini di oggi significa costruire il mondo di domani, seminare l’Amore-Carità significa vedere germogliare nuovi modi di vivere, più solidali e fraterni, seminare il desiderio del Bello e del Buono significa porre le basi per un rinnovamento radicale delle scelte per viverle come definitive perché indietro non si torna, ma si cammina verso un “oltre” capace di generare orizzonti nuovi.
 

“Con Te faremo cose grandi…di Te si riempiranno sguardi, la speranza che risplenderà nei volti…”
 

Amici miei, coraggio, non temete, Egli viene a salvarci! Abbiamo bisogno di coraggio, il coraggio di mettere in gioco la nostra vita, le nostre scelte, i nostri sogni, sapendo che non dobbiamo temere. Un brano dal libro dei Numeri dice “Fossero tutti profeti in Israele!”
 

…non tiriamoci indietro. Non fermiamoci, ma, guardando avanti, sogniamo il mondo come Gesù Cristo lo sogna e giochiamoci in prima persona perché il “sogno” diventi realtà
 

Nel mese in cui abbiamo contemplato la Gerusalemme celeste con i Santi e con i nostri cari Defunti…

 

P. Giovanni