Servo di Dio Jan Chryzostom Michalkowski

(Wierca, Polonia, 2.10.1914 – Auschwitz, Polonia, 26.12.1943)

Jan Chryzostom Michalkowski nacque nel 1914 a Wierca, che apparteneva alla parrocchia benedettina di Lubin, nell’Arcidiocesi di Poznan. I suoi genitori erano contadini e gestivano una propria azienda agricola. Frequentò il liceo nella vicina Gostyń, diplomandosi nel 1933.

Durante il periodo delle scuole superiore, si trovava in un pensionato tenuto dalla Congregazione dell’Oratorio di San Filippo Neri presso il santuario mariano di Świętą Górą a Gostyń. Lì aderì alla Congregazione Mariana e accrebbe il suo amore verso la Vergine Maria: stando ai racconti di alcuni colleghi, spesso nel tempo libero lo si poteva trovare in ginocchio davanti all’immagine miracolosa della Madonna nel santuario.
 

A seguito del diploma di scuola fece richiesta di ammissione all’Oratorio e, una volta ammesso, all’inizio dell’anno accademico intraprese gli studi di filosofia e teologia presso il Seminario Maggiore di Tarnów. Non accrebbe unicamente le proprie conoscenze, ma sviluppò una personalità retta e una pietà e modestia sempre più approfondite.
 

Venne ordinato sacerdote il 29 giugno 1938 per mano di Franciszek Lisowski, vescovo di Tarnów. Inizialmente appartenne all’Oratorio di Gostyń, dove esercitò diversi ministeri e si affermò rapidamente come predicatore di talento. Alla fine dell’anno, sorse la possibilità di aprire una Congregazione dell’Oratorio a Volyń, nella città di Nowy Oleksiniec. Invitato dai superiori della Congregazione di Świętą Górą, padre Jan vi andò nella primavera del 1939. Purtroppo, lo scoppio della seconda guerra mondiale impedì di operare su quelle aree polacche perché furono occupate dalle truppe sovietiche e alcune forme di lavoro pastorale non erano possibili.
 

Alla luce di quella situazione, venne dapprima inviato a Lviv, e da lì, dopo un paio di settimane, in base all’accordo sovietico-tedesco per lo scambio di popolazione, venne temporaneamente trasportato con gli altri abitanti di quelle terre in Cecoslovacchia. Dal momento che non accettò di iscriversi alla “Volksliste”, che consisteva nella sistematizzazione dei cittadini di effettiva ascendenza tedesca, venne allontanato.
 

Per la fine di agosto 1940 tornò felicemente a Tarnów, ma non per molto. Il superiore lo destinò all’Oratorio di Studzianny, nella diocesi di Sandomierz. Dal 1° febbraio 1941, prese quindi servizio come vicario parrocchiale, svolgendo compiti pastorali e insegnando a scuola. Proseguì il suo ministero di predicatore, invitato nelle parrocchie vicine specialmente durante la Quaresima.
 

Domenica 22 agosto 1943, improvvisamente, la polizia militare nazista, a caccia di partigiani, catturò uno dei docenti suoi colleghi, che si rivelò essere un ufficiale di carriera dell’Esercito polacco. Padre Jan, che conosceva il tedesco, lo difese opponendo resistenza all’ufficiale di polizia militare, ma ottenne di essere anche lui arrestato e portato al quartier generale della Gestapo a Radom. Accusato di spionaggio, venne picchiato, maltrattato e calpestato nella sua dignità umana e sacerdotale.
 

Inizialmente venne deportato ad Auschwitz, dove destò l’ammirazione dei compagni di prigionia per il suo atteggiamento nel campo di sterminio. Da lì venne trasferito a Buchenwald, per essere impiegato per lavorare nelle cave: era il detenuto numero 34091. Esausto per la fame e il lavoro disumano, morì nel sub-campo di Dora il 26 dicembre 1943, a ventinove anni, di cui cinque e mezzo da sacerdote.
 

La sua causa di beatificazione è stata inserita in un gruppo di 105 potenziali martiri polacchi vissuti sotto il nazismo, capeggiato dal sacerdote diocesano Henryk Szuman, del quale fa parte anche il confratello oratoriano padre Ferdynand Machay. L’inchiesta diocesana, aperta il 17 settembre 2003, si è chiusa il 24 maggio 2011.

Emilia Flocchini