IV Centenario della morte del Beato Giovanni Giovenale Ancina

1604 – 2004

«Ch’a l’intelletto human tutto si scopra
l’ente creato, e qui nulla si celi qui l’ingegno
s’affine ove s’adopra;
ch’arte, natura e ciel tutto si sveli,
 
gran cosa è certo, alto maneggio et opra.
Ma vagli a dirne ‘l vero e senza veli,
che pro ne vien se ‘l cor freddo com’angue
o di celeste ardor scarso si langue?
 
Forma gentile e gratiosa in vista
ben può ella apparir, ma nulla vale,
se lo spirto divin non si racquista
onde sol può bearsi alma immortale,
 
e fuor di quel si giace amara e trista,
se trafitta la ten piaga mortale.
Nulla è haver monarchie tra mille mondi,
s’a Dio col ben oprar non corrispondi.
 
Qui tutto fisso è l’Oratorio e intento,
che si desti l’affetto e si riscalde:
a questo mira e tende ogni concento
e ogni suo discorso, in tener salde
 
sempre l’alme con Dio, vero contento.
Or siam del monte sol giunti alle falde,
ch’a mezzo il dorso e al sacro giogo in cima
tutto n’arde d’amor chi ‘n Dio s’adima.»
 
G. G. Ancina

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