400.mo dell’Oratoire de France

Il P. Procuratore Generale indirizza al P. Superiore Generale dell’Oratoire de Jésus et Marie, in vista dell’11 novembre, ricorrenza del 400.mo anniversario della fondazione dell’Oratorio di Francia, gli auguri della Confederazione dell’Oratorio di S. Filippo Neri.

«Cette date – scrive per l’occasione il P. Generale James Cunningham – revêt un sens particulier pour les oratoriens. En effet, il y a quatre cents ans, le 11 novembre 1611, Pierre de Bérulle fonde avec cinq autres prêtres, l’Oratoire de Jésus, mieux connu sous le nom de l’Oratoire de France. Créée pour la sanctification des prêtres dans un contexte de décadence du clergé diocésain, la petite congrégation du futur cardinal veut contribuer à forger des prêtres conformes à l’image de Jésus Christ, unique médiateur entre Dieu et les hommes. De ce fait, les oratoriens auront le souci d’être à leur tour des médiateurs entre la foi et la pensée des hommes de leurs temps. Ainsi pour Bérulle et l’humanisme profane du 17ème siècle, Alphonse Gratry face à l’esprit hérité des Lumières au 19ème, Lucien Laberthonnière et le modernisme du début du 20ème, ou, plus proche de nous, Pierre Dabosville dans le dialogue entre foi et incroyance».

Riportiamo una scheda preparata da P. Edoardo A. Cerrato.

Nato a Cérilly, nel castello di famiglia, nel 1575, l’anno in cui la Congregazione dell’Oratorio di san Filippo Neri riceveva l’approvazione di Gregorio XIII, Pierre de Bérulle fu ordinato sacerdote nel 1599, dopo gli studi compiuti presso i Gesuiti di Clermont e alla Sorbona di Parigi. 
Enrico IV di Borbone – riconciliato con la Chiesa soprattutto grazie ai buoni uffici di san Filippo Neri e del ven. Cesare Baronio presso Clemente VIII – lo accolse a corte, dove divenne uno dei più fidati consiglieri di Maria de’ Medici. Fiero oppositore del cardinale Richelieu per la sua alleanza militare con gli stati protestanti durante la guerra dei Trent’anni, svolse numerosi incarichi diplomatici favorendo, tra l’altro, la riconciliazione di Maria de’ Medici con il figlio Luigi XIII e conducendo le trattative per il matrimonio di Carlo I Stuart con Enrichetta Maria di Francia.
Ventiduenne, già aveva pubblicato il “Bref discours de l’abnegation interieure”, concepito nella cerchia di amici che si riuniva nel palazzo di madame Acarie, la futura beata Maria dell’Incarnazione (1566-1618), sua parente, con la quale collaborò all’introduzione in Francia del Carmelo riformato. 

Fu uno dei protagonisti della vita religiosa nella Francia dell’età della Controriforma, tra i maggiori esponenti della restaurazione cattolica in Francia, insieme a san Vincenzo de’ Paoli, suo discepolo, san Francesco di Sales, suo amico, che scrisse di lui: “E’ un uomo a cui Dio ha molto donato e che non si può accostare senza riceverne molto profitto”, e san Giovanni Eudes, appartenuto inizialmente all’Oratorio di Francia. Significativi furono anche i suoi profondi rapporti con Cartesio, di cui fu ritenuto direttore spirituale. 

Desideroso di riformare la vita sacerdotale mediante la proposta di un autentico cammino di santificazione proposto ai sacerdoti secolari caratterizzati spesso da ignoranza e rilassatezza di costumi, profondamente bisognosi di rinnovamento secondo i dettami del Concilio di Trento, Bérulle fondò l’11 novembre 1611 una società di preti, senza obbligazione di voti, nella quale tendere con tutte le forze alla perfezione, convinto che per realizzare questo intento e per svolgere una missione riformatrice tra il clero «occorreva restare nello stato puro e primitivo del sacerdozio come Gesù Cristo lo stabilì nella sua Chiesa, senza nulla aggiungervi né togliere» (Bourgoing). 
L’anno stesso, le Patenti di Luigi XIII riconobbero l’istituzione che il 10 maggio 1613 riceverà il riconoscimento canonico di Congregazione di diritto pontificio dalla Bolla “Sacrosanctae Romanae Ecclesiae” di Paolo V. 
Nel 1629, alla morte del de Bérulle (creato cardinale da Urbano VII il 30 agosto 1627) la Congregazione contava ormai circa quattrocento membri ed una sessantina di Case. 

Furono san Francesco di Sales e il beato César de Bus ad orientare il de Bérulle ad una fondazione ispirata a quella romana di san Filippo Neri, con la quale il fondatore mantenne rapporti di grande stima ampiamente ricambiata, come dimostrano anche le lettere intercorse in occasione del conferimento della Porpora cardinalizia (cfr. Una lettera del card. de Berulle ai Padri di Roma, in “L’Oratorio di S. Filippo Neri”, 7, XIX (1962), pp. 15-16).
Il de Sales aveva fondato l’Oratorio di Thonon, eretto canonicamente nel 1598 dalla Bolla “Redemptoris et Salvatoris nostri” di Clemente VIII ad instar dell’Oratorio romano di S. Maria in Vallicella, dove Francesco aveva stretto profondi rapporti di amicizia con i più ragguardevoli esponenti della prima generazione filippina, dal Baronio, all’Ancina, al Gallonio.
Il de Bus aveva dato origine alla Congregazione dei Padri della Dottrina cristiana con l’appoggio determinante di un figlio diletto di san Filippo Neri, Francesco Maria Tarugi, che fu inviato ad Avignon come arcivescovo nel 1592, mentre fiorenti case oratoriane già iniziavano a sorgere in quelle terre del Sud della Francia.

L’Oratoire si dedicò alle missioni, alla predicazione, al ministerosacerdotale, ma notevole fu l’impegno svolto nell’ambito dei propri Collegi, caratterizzati da una moderna ratio studiorum: «le français est introduit comme langue scolaire à la place du latin, les programmes s’ouvrent à la littérature contemporaine, à l’histoire nationale, et à la géographie, y compris humaine. On y pratique aussi les sciences: mathématiques, physique, astronomie, « histoire naturelle », et les langues vivantes dans les écoles militaires. Dans toutes les classes, on a le souci des méthodes pédagogiques. On privilégie l’intelligence sur la mémoire, l’intérêt sur la coercition, la nourriture de l’esprit sur le dressage des réflexes . Pour cela, une certaine liberté est nécessaire : respect de l’originalité de chacun, possibilité de s’exprimer» (cfr. Sito dell’Oratoire de Jésus et Marie”). 

Ricco di questa storia illustre e di personalità insigni, l’Oratoire fu colpito duramente dalla Rivoluzione francese mediante il provvedimento (18 agosto 1792) della Assemblea Legislativa che soppresse le Congregazioni. 
Dei 284 membri dell’Istituto qualcuno si piegò a collaborare con il movimento rivoluzionario, cinquantuno optarono per il “clero costituzionale”, quindici perirono in prigione o sotto la lama della ghigliottina, mentre altri dovettero nascondersi in Francia o emigrare all’estero. L’ultimo superiore generale, P. Moisset, era morto nel 1790, senza che alcun successore potesse essergli dato.

Solo sessant’anni appresso, dopo alcuni tentativi di restaurazione dell’Istituto, il 16 agosto 1852 l’Oratoire fu ricostituito dall’opera congiunta di Alphonse Gratry (1805-1872) e di Pierre Pététot (1801-1888), ricevendo l’approvazione della Santa Sede il 22 marzo 1864.
Gratry, intellettuale brillante, dottore in lettere e in teologia, era aumônier della Ecole Normale, impegnato a mostrare che fede e ragione non sono incompatibili. 
Pététot, che incontrò Gratry nel 1847, era Curé di Saint Louis d’Antin e condivideva con Gratry l’insoddisfazione per la tiepidezza, l’insufficienza della formazione, la mancanza di ideali di troppi preti dediti ad uno stile di mondanità e alla ricerca di successi personali. Nominato parroco di Saint Roch nel 1848, aveva tentato con i suoi preti di formare una comunità sacerdotale. 
Ma l’obiettivo di Gratry – laboratori di apologetica per irraggiare una fede compatibile con la scienza – e quello di Pététot – restaurazione dell’ideale sacerdotale a partire dai seminari e dalla formazione di comunità sacerdotali – pur facendo parte entrambi dell’eredità dell’antico Oratoire berulliano, conobbero la difficoltà creata dal temperamento dei due “rifondatori”, diversamente impostati anche riguardo alla priorità degli obiettivi. E Gratry decise nel 1900 di lasciare l’Istituto che contava, in quel momento, 113 membri, di cui 16 scolastici e 6 novizi.

La legge del Governo francese sulle Associazioni, che sottopose nel 1901 le Congregazioni all’autorizzazione legale, costituì per l’Oratoire una seconda morte. 
Benché non appartenenti ad un ordine religioso, i Padri avevano chiesto l’autorizzazione legale, ma il 18 marzo 1903 la Chambre rispose negativamente: la maggior parte dei sacerdoti rientrò così nelle rispettive diocesi, mentre un piccolo nucleo si stabilì in Svizzera, a Fribourg, ritornando in Francia solo dopo la Grande Guerra e ponendo la sede a Montsoult. 
Nel 1929, P. Duprey fondò a Pontoise la scuola “Saint-Martin-de-France”, che divenne ben presto un prestigioso centro di ricerca pedagogica. 
Poco a poco si organizzano altre case, con attenzione, tuttavia, ad evitare una troppo marcata specializazione: si continuò a gestire Collegi, ma diversificando orientamenti e attività pastorali. Nel 1952 l’Oratoire assunse a Parigi la cura della parrocchia di Saint-Eustache.
Dopo il Concilio Vaticano II che invitava gli Istituti a «promuovere un rinnovamento della vita e disciplina», l’Oratoire «se “met à jour”: reviviscence de la tradition bérullienne en ce qui concerne la vie spirituelle, service du sacerdoce en opérant la jonction entre le Mystère chrétien et les cultures d’aujourd’hui, renforcement de la vie communautaire, mais aussi autorité suprême de l’Assemblée générale, qui devient plénière, et création d’un Comité permanent, instance trimestrielle qui représente les communautés, et qui leur donne la possibilité de participer au gouvernement de la Congrégation entre deux assemblées» (cfr. Sito dell’Oratoire de Jésus et Marie”).

Oggi – come riferisce il Superiore Generale nella sua lettera per il 400.mo anniversario – i membri sono 43. 
«Présents en une dizaine d’implantations, les quarante-trois prêtres qui forment l’Oratoire aujourd’hui se consacrent à des activités apostoliques diverses: éducation de la jeunesse, formation d’adultes, enseignement universitaire, animation de paroisses et de sanctuaires, aumônerie spécialisée…
Or, en 2009, réunis en assemblée générale, les oratoriens ont réaffirmé la priorité pour la congrégation de privilégier des lieux qui incarnent sa tradition au service du dialogue entre foi, culture et société. C’est ainsi qu’en 2010, l’Oratoire s’est vu confier l’animation des sanctuaires Saint Bonaventure à Lyon et Saint Férréol – Saint Cannat à Marseille, centres de formation, d’accueil et de culture. Ces lieux, avec d’autres, tel Saint Eustache à Paris, paroisse confiée à une équipe d’oratoriens depuis 1922, sont appelés à collaborer, par la mise en commun de projets, dans l’esprit d’ouverture cher à la Congrégation.
Le 11, 12 et 13 novembre prochains à Saint Eustache, un oratorio, un colloque et une eucharistie solennelle, entourés d’autres événements, marqueront le quatre centième anniversaire de l’Oratoire. C’est l’occasion pour la Congrégation de s’interroger sur la fidélité à ses intuitions fondatrices et sur leur pertinence pour le monde d’aujourd’hui et de demain. C’est peut-être également l’occasion pour vous de connaitre ou de mieux connaitre cette petite congrégation, qui, en quatre siècles d’histoire, n’a eu comme seule ambition que celle de servir l’Eglise et les hommes de son temps».

Edoardo Aldo Cerrato, C.O.