Festa del B. Sebastiano Valfré

Si chiude con la festa odierna del B. Valfré il III centenario della morte dell’insigne discepolo di san Filippo Neri e cofondatore della Congregazione dell’Oratorio di Torino. Il nono fascicolo di “Annales Oratorii”, in distribuzione in questi giorni, riporta ampia cronaca delle manifestazioni che il centenario ha suscitato ed il P. Procuratore Generale, che le ha avute profondamente a cuore, esprime la più viva soddisfazione ed il sincero ringraziamento a coloro che ne sono stati solerti artefici. Tra questi, un plauso particolare rivolge a Daniele Bolognini, autore, fra l’altro, del profilo del beato Valfré edito dalla Velar, L.D.C. per l’inizio delle celebrazioni centenarie, come pure del profilo – recentemente pubblicato dalla stessa Editrice – di un lontano discepolo del beato Valfré, l’oratoriano torinese p. Felice Carpignano, di cui ricorre il II centenario della nascita: figura insigne di pastore e di consigliere spirtuale a cui si sono affidati alcuni dei più grandi santi della Torino del XIX secolo. 

Abbiamo chiesto a Daniele Bolognini di parlarci di quanto il III centenario valfrediano ha rappresentato per Torino e dell’eredità che esso consegna. Pubblichiamo le sue considerazioni.

È poi così importante ricordare un uomo morto ormai da 300 anni? Ai nostri giorni in cui tutto cambia così in fretta? Celebrare un centenario vuol dire limitarsi a ripassare le pagine dei libri di storia, o è per andare oltre? 
 

Di molte persone che ci hanno preceduto resta traccia, se va bene, solo nelle pagine consunte di un registro parrocchiale. Ma di alcuni “grandi” l’opera dura nel tempo, non conosce spazi geografici o temporali; nel caso di un “santo”, poi, coinvolge lo spirito. E il beato Valfrè è un santo speciale per Torino, benché oggi non goda più la popolarità di un tempo: egli fu modello di numerosi santi torinesi noti in tutto il mondo; e il suo messaggio è più che mai attuale. 
 

A Torino, in cui visse quasi tutta la sua esistenza, la toponomastica lo ricorda, proprio dietro al Mastio della Cittadella, a testimonianza del ruolo che svolse durante l’Assedio del 1706, come “apostolo del Piemonte”; e il suo volto sorridente, all’ingresso del santuario della Consolata, il luogo più caro alla devozione cittadina, accoglie i fedeli insieme a sam Massimo primo vescovo. Sono tanti, veramente tanti, i santi torinesi che averebbero meritato questo posto sulla facciata della “Consolata”, ma è a lui che è stato riservato l’onore: non solo perché li ha preceduti, ma perché ad essi è stato modello nelle diverse espressioni della fede cristiana, in primis l’esercizio di una operosa ed intelligente carità 
Ricordarlo era quindi più che doveroso. 
 

Si è trattato, in molti casi, di risvegliare memorie assopite… Ed a ciò hanno contribuito le numerose manifestazioni, organizzate in occasione del terzo centenario della morte, alle quali non è mancato – lo sottolineamo con soddisfazione – un certo successo: celebrazioni religiose molto significative, conferenze, un convegno, alcune pubblicazioni, una visita itinerante ai luoghi in cui visse, la nascita di due siti web. Non poche di queste iniziative mi hanno visto collaboratore: motivo d’orgoglio, quasi un privilegio, ma da me vissuto come “dovere” di riconoscenza verso un personaggio che sento “presente” e amico. 
 

Le vicende del beato Sebastiano sono note ai cultori di storia locale e tutti coloro che ho contattato per scrivere di lui, secondo le specifiche competenze, hanno risposto entusiasticamente, condividendo l’iniziativa e ritenendola doveroso omaggio a quanto il simpatico beato dell’Oratorio ha fatto a favore di Torino e del Piemonte. Con una sorta di “tam tam” sono nati così, quasi spontaneamente, il numero speciale di Annales Oratorii e l‘idea di un convegno che ha raccolto, il 20 maggio 2010, studiosi di grande competenza nell’auditorium della Biblioteca Nazionale: è stato un momento importante di confronto seguito dal numeroso pubblico presente nella vasta sala. Per felice coincidenza in quei giorni Torino era invasa da tanti fedeli accorsi da ogni parte del mondo per venerare la Sindone. E sappiamo quanto il Sacro Lino sia legato a padre Sebastiano.
 

Prima dell’estate, e poi in autunno, un discreto gruppo di appassionati di storia e di d’arte, ma anche di persone religiosamente legate alla memoria del Beato, ha ripercorso i luoghi in cui il Valfré visse, i quali ancora oggi impreziosiscono il patrimonio architettonico della città. E’ stata anche questa una propizia occasione di conoscenza del Beato, intensamente vissuta.
 

Dell’arricchimento umano, culturale e spirituale offerto dal centenario a molte persone siamo grati – ancora una volta – al beato Valfrè.

Siamo lieti, in questa occasione, di pubblicare anche il Comunicato stampa che presenta le celebrazioni – già iniziate – del 350.mo anniversario della nascita della beata Maria degli Angeli, la santa carmelitana con la quale il beato Valfré intessé tanti contatti e collaborazioni. Ricco di manifestazioni religiose e culturali, l’Anno Giubilare è stato presentato nel seguente programma.
 

Il P. Procuratore Generale ha inviato alla Rev.ma Madre Priora del Carmelo di Moncalieri, a nome della Famiglia Oratoriana, un messaggio augurale.