Oratorio di San Filippo Neri

BIELLA

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« Io non voglio altro se non la tua santissima volontà, o Gesù mio » (San Filippo Neri)

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Lettera del Padre

Marzo 2013

 

Cari Amici!

L’alternarsi tra la notte e il giorno, tra raggi di sole e sbuffi di nebbia, tra giorni in cui il cielo è turchino e giorni in cui è scuro di pioggia. Notti in cui guardare brillare le stelle e notti in cui abbassare gli sguardi alla pianura; giorni in cui volgersi ai monti e giorni in cui chinare lo sguardo. E’ la vita, quella quotidiana che vede, come le stagioni, alternarsi momenti di gioia e di fatica, è la vita che trascorre dentro la grandezza delle cose create…


Ormai l’anno volge alla primavera, e già da tempo le primule, i bucaneve e i crochi rallegrano i prati ancora gialli dall’inverno. C’è una forza nella natura che ogni anno riveste di gemme gli alberi che sembravano morti, che ridà colore ai prati, che fa rifiorire i monti. C’è una forza nel mondo che è ancora più grande, in grado di far rifiorire i volti, di ridare forza alle gemme sopite della vita, che fa rifiorire ogni persona. Questa forza nasce da un uomo-Dio capace di offrire la Sua vita, per amore. E da questa vita che risorge nella Pasqua, rinasce anche la mia, la nostra.


E’ proprio questa forza d’amore che ci aiuta nelle inevitabili difficoltà cui andiamo incontro. Cosa potremmo farcene di una risurrezione futura, voglio dire, solo attesa di un premio che verrà se ci saremo comportati bene…ma che nulla c’entri con ciò che siamo e viviamo adesso? O la Pasqua e la sua forza immane entrano nella vita o siamo dei perduti…Ma come può avvenire tutto ciò? Il Vangelo ci ricorda con semplici parole “Ama Dio, ama il fratello”. Far entrare la Pasqua nella vita nasce dall’amore fatto di gesti concreti verso Dio e verso i fratelli. Solo nel prenderci cura gratuitamente dei fratelli nel nome di quell’Uomo-Dio crocifisso e risorto noi possiamo veramente vivere la forza della risurrezione e trasformare “vite perdute” in “giorni ritrovati e colmi di senso”.


La Pasqua del Signore che vince la morte ci aiuti a svegliarci dal sonno in cui siamo caduti. Il sonno di chi si è lasciato vincere dalla stanchezza dei giorni sempre uguali e apparentemente senza senso, il sonno di chi crede di farcela da solo, il sonno di chi non vede altro orizzonte che il suo piccolo mondo. Questa è Pasqua di Risurrezione!


Gesti concreti, sentieri rifatti, case che diroccate sono rinate, prati che fioriscono, voci e grida di ragazzi e di uomini che guardano al domani. E chissà cosa ancora. Certo, ci vuole quella fatica che ci aiuta ad uscire da noi stessi per gli altri, quell’amerai (!) Dio e i fratelli che diventa capace di gesti concreti e ricchi di amicizia. Una tomba vuota, uno sguardo incerto, una timidezza di credere che quello che credevamo impossibile è avvenuto e che ora tutto è possibile per chi è capace di amare! Aprire strade coraggiose di incontro e di condivisione, davanti a quella tomba vuota; aver il coraggio di guardare avanti, senza scordare la storia che ci ha portati fin qui…


Coraggio allora, non “uomini perduti” ma uomini ritrovati e aperti al mondo. La Pasqua illumini i nostri volti, il Signore Risorto benedica le nostre famiglie, i nostri amici, coloro che amiamo e coloro che facciamo fatica ad amare. Presto i prati in fiore ci faranno da sfondo e il profumo di gesti e di sguardi riempirà il cuore.
 

P. Giovanni