Oratorio di San Filippo Neri

BIELLA

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« Io non voglio altro se non la tua santissima volontà, o Gesù mio » (San Filippo Neri)

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Lettera del Padre

Gennaio 2015

 

I colori sono quelli forti e caldi dell’autunno, i rossi, i marroni, i gialli che servono a ritoccare il bue e l’asinello, il mantello di Giuseppe, le ali dell’angelo che annuncerà “Gloria!”

 

E’ tempo di rimettere mano ai protagonisti del Natale, riassettare un po’ la capanna, scegliere la disposizione di ciascuno… manca l’azzurro, forse il cielo da troppo tempo grigio l’ha nascosto, per il manto di Maria e gli occhi del Bambino ma sono convinto di trovarlo tra le pieghe di questi giorni. E’ tempo di carta di roccia, di stagnola, di neve “finta”, è tempo di cogliere le attese del cuore… leggevo in questi giorni un testo che parla di nascite, di attese nel grembo, di desideri che diventano carne…può un presepe rappresentare questa nostra umanità? Quanto desidero un “nuovo inizio” causato da una “buona notizia”! Le cose si fanno stantie e vecchie…anche il cuore… allora cerco rifugio, in un angolo della capanna ci sarà posto per chi ha il cuore colmo di stanchezza? Se Giuseppe e Maria sono stati accolti in quella grotta, vuoi che non trovino un pochino di spazio anche per me… di fianco al bue o all’asino. Ho bisogno di stare e contemplare quanto avviene, una nascita…ed è con cura che si costruisce quel grembo fatto di una vecchia radice, di un po’ di muschio fresco, di un tetto di stelle, di un tappeto di paglia…di volti noti o sconosciuti. La vecchierella che fila con il pastore e il suo gregge; l’uomo che porta l’acqua e la donna con un cesto di uova…ma soprattutto quel grembo che si colma di attesa come ogni grembo di donna, che lievita in questo tempo un po’ abbreviato che ci porta a Natale.
 

E lì, in un angolo appunto, anche la mia povera vita, che ha bisogno dell’entusiasmo di nuovi inizi, che ha bisogno di tornare alla fiducia, di Qualcuno che se ne prenda cura per poi ripartire lungo le vie del mondo per il tempo che ci verrà donato. Ho il pennello fine a mezz’aria, torno a ritoccare…pochi tratti e il bue è pronto…
 

Da stasera lo “spettacolo” del presepe rianimerà il cuore… Lui, il Bambino Dio, incontrerà ancora questa mia, nostra, umanità e nella bellezza di una notte coronata da stelle e da canti di angeli saprà suggerire gesti di amore, di pace e…di gioia. E’ il Natale del Signore!
 

Così scrivevo prima di Natale, ora il tempo di Betlemme volge al termine e ci viene presentato un brano del profeta Isaia che a un certo punto del capitolo 60 dice :- [1]Alzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce, la gloria del Signore brilla sopra di te….[6]Uno stuolo di cammelli ti invaderà, dromedari di Madian e di Efa…-. Ho sempre cercato di immaginarmi questi stuoli di cammelli che giungono a Biella e che riempiono le strade, le piazze, le chiese…mi volto…ed ecco il volto di un cammello, giro il capo e la piazza ne è strapiena… Non sono impazzito più di tanto. Credo sia il segno della novità di Dio che sempre accompagna il nostro cammino. Se Dio è in grado di riempire, come dice il profeta, le nostre piazze di cammelli chissà cosa riuscirà a fare della nostra vita? A noi occhi capaci di cogliere questa novità di cui è intriso il quotidiano, questo ordito nuovo che si inserisce sulla nostra stanca e vecchia trama…Stuoli di cammelli ci invaderanno… come si fa a vivere come se niente fosse?


Riprendiamo il cammino di quest’anno appena sorto e chiediamo al Signore di aiutarci a vedere…


P. Giovanni